Durante la Seconda guerra mondiale un plotone americano composto da esperti d'arte viene incaricato di salvare capolavori d'arte rubati dai nazisti e destinati alla distruzione. Il sofisticato critico Frank Stokes (George Clooney) è a capo della spedizione mirata a recuperare alcune opere celeberrime come il polittico dell'Agnello Mistico di Jan Van Eyck o la Madonna di Bruges di Michelangelo. Stokes sarà affiancato da architetti, museologi, critici, studiosi e semplici appassionati.
Ispirandosi all'omonimo libro di Robert M. Edsel, Clooney racconta la storia vera, rimasta ignota per lungo tempo, di un gruppo di uomini disposti a rischiare la propria vita in nome della fede nel potere salvifico della cultura dinnanzi agli orrori e alla brutalità umana, nonché del valore dell'arte come testimonianza di espressione individuale da preservare. Ma il regista e interprete (affiancato come sempre dal fido Grant Heslov come co-sceneggiatore e co-produttore) non riesce a trovare la giusta chiave per far coincidere le lodevoli premesse con una resa filmica quanto meno soddisfacente. Superficiale e banale, troppo attento a sdrammatizzare e stemperare i toni più che a sviluppare le potenzialità intrinseche del soggetto, il film assume le fattezze di un divertissement fine a se stesso, prolisso ed eccessivamente retorico, incapace di evolversi in un racconto maturo, originale o quanto meno coinvolgente. Sospeso tra una messa in scena da anonimo prodotto televisivo e le innumerevoli (e alla lunga stucchevoli) gigionerie attoriali e dialettiche, il risultato è estremamente deludente, insulso e dimenticabile malgrado il cast all star e un gran dispendio produttivo.