Nella Sarajevo degli anni Sessanta, il giovane Dino (Slavko Stimac) suona in un gruppo musicale alla Casa del Popolo. Al cinema resta folgorato da Dolly Bell, una ballerina di un film di Alessandro Blasetti, e quando un piccolo delinquente gli chiede di ospitare una spogliarellista (Ljiljana Blagojevic), che ha lo stesso nome d'arte, non potrà che innamorarsene perdutamente. Lungometraggio d'esordio di grande maturità espressiva per Emir Kusturica. La vicenda del protagonista, adolescente sognatore in cerca di un ruolo e di una speranza nella Jugoslavia di Tito, tra riti di passaggio e fughe dalla realtà, è una matrice imprescindibile per le opere autoriali successive. Tratto da un romanzo di Abdulah Sidran, che affianca il regista alla sceneggiatura, il film risulta abbondantemente in sintonia con il vissuto di Kusturica, attraverso stimoli culturali da oltre cortina mediati da cinema e musica. Incisivo e coerente, anche se il parallelismo tra il vissuto di Dino e la storia nazionale risulta a tratti forzato. Straordinaria prova attoriale di Slobodan Aligrudic (Otec), protagonista anche del successivo Papà… è in viaggio d'affari (1985), girato pochi mesi prima di una morte prematura. In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, dove vinse il premio per la miglior opera prima.