tick, tick... Boom!
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2021
Netflix
Paese
Usa
Generi
Musical, Biografico, Drammatico
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Lin-Manuel Miranda
Attori
Andrew Garfield
Alexandra Shipp
Bradley Whitford
Vanessa Hudgens
Jon (Andrew Garfield) è un giovane compositore di teatro che fa il cameriere nella Grande mela e che spera di sfondare nel mondo del musical americano, per questo motivo sta portando a termine Superbia, un'opera a cui tiene molto. A pochi giorni della presentazione del suo lavoro in un'importante audizione, Jon si trova sotto pressione su più fronti.
Il film è l’esordio alla regia di Lin-Manuel Miranda, principalmente conosciuto per la sua partecipazione agli spettacoli di Broadway, qui impegnato nell’adattamento dell’autobiografico musical teatrale scritto da Jonathan Larson. Come il suo archetipo, questa trasposizione contestualizza musiche e canzoni entro una cornice fatta di squallidi appartamenti e lussuosi attici, vicoli fatiscenti e luminosi teatri in un connubio postmoderno di stampo esistenzialista il cui protagonista, sulla soglia dei trent’anni, sente arrivare un tutto personale coming-of-age. Dunque, un musical sui generis che grazie a una gamma cromatica desaturata, nella quale prevalgono toni grigi e spenti, e a una regia adeguata, discretamente vivace (anche se poco coraggiosa) nei momenti onirici e musicali, riesce a distinguersi per l’originalità del soggetto e della messa in scena, oltre che per la performance di un Andrew Garfield particolarmente ispirato. L’attore incarna gli estremi dell’artista tra gioia e depressione mentre suona, canta e regge il peso drammatico di una storia sulla perseveranza delle nuove generazioni, desiderose di lasciare un segno nel mondo attraverso la propria vocazione artistica e lavorativa. Nonostante il valido e attuale messaggio, il risultato finale non riesce a essere incisivo quanto ci si aspetta poiché, se le opere di Larson rappresentavano un radicale scardinamento della classificazione dei generi attraverso tematiche inedite e scottanti (AIDS, tossicodipendenza e multicultura), questo adattamento sembra depotenziarne il primigenio statuto rivoluzionario: sebbene i momenti concettualmente interessanti così come quelli emotivamente toccanti non manchino, la storia risente di un inespresso afflato tragico e di un sopito spirito poetico che avrebbero forse conferito maggiore risonanza a quello che comunque rimane un film godibile e di intrattenimento nella sua peculiarità.
Il film è l’esordio alla regia di Lin-Manuel Miranda, principalmente conosciuto per la sua partecipazione agli spettacoli di Broadway, qui impegnato nell’adattamento dell’autobiografico musical teatrale scritto da Jonathan Larson. Come il suo archetipo, questa trasposizione contestualizza musiche e canzoni entro una cornice fatta di squallidi appartamenti e lussuosi attici, vicoli fatiscenti e luminosi teatri in un connubio postmoderno di stampo esistenzialista il cui protagonista, sulla soglia dei trent’anni, sente arrivare un tutto personale coming-of-age. Dunque, un musical sui generis che grazie a una gamma cromatica desaturata, nella quale prevalgono toni grigi e spenti, e a una regia adeguata, discretamente vivace (anche se poco coraggiosa) nei momenti onirici e musicali, riesce a distinguersi per l’originalità del soggetto e della messa in scena, oltre che per la performance di un Andrew Garfield particolarmente ispirato. L’attore incarna gli estremi dell’artista tra gioia e depressione mentre suona, canta e regge il peso drammatico di una storia sulla perseveranza delle nuove generazioni, desiderose di lasciare un segno nel mondo attraverso la propria vocazione artistica e lavorativa. Nonostante il valido e attuale messaggio, il risultato finale non riesce a essere incisivo quanto ci si aspetta poiché, se le opere di Larson rappresentavano un radicale scardinamento della classificazione dei generi attraverso tematiche inedite e scottanti (AIDS, tossicodipendenza e multicultura), questo adattamento sembra depotenziarne il primigenio statuto rivoluzionario: sebbene i momenti concettualmente interessanti così come quelli emotivamente toccanti non manchino, la storia risente di un inespresso afflato tragico e di un sopito spirito poetico che avrebbero forse conferito maggiore risonanza a quello che comunque rimane un film godibile e di intrattenimento nella sua peculiarità.
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