Tornare per rivivere
Partir, revenir
1985
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
114 min.
Formato
Colore
Regista
Claude Lelouch
Attori
Annie Girardot
Jean-Louis Trintignant
Françoise Fabian
Erik Berchot
Michel Piccoli
Evelyne Bouix
Richard Anconina
Charles Gérard
Jean Bouise
Monique Lange
Marie-Sophie L.
Durante la Seconda guerra mondiale, una famiglia ebrea di Parigi è costretta a nascondersi nella casa in campagna di una coppia di amici, ma qualcuno nel paese li denuncerà. La figlia Salomé (Evelyne Bouix), l'unica sopravvissuta della famiglia ai campi di concentramento, tornerà per scoprire il colpevole.
Comincia con un omaggio al (suo precedente) corto Un appuntamento (1976), il ventiseiesimo lungometraggio di Claude Lelouch: la lunga sequenza d'apertura, girata da un'automobile a tutta velocità, introduce infatti le voci fuori campo di un conduttore radiofonico e della scrittrice Salomé Lerner (Monique Lange), alludendo al suo libro in uscita e a un'eventuale trasposizione cinematografica. In tal modo è il film stesso a essere presentato, e gli attori ideali, immaginati ipoteticamente, sono di fatto quelli reali: Michel Piccoli e Françoise Fabian sono i genitori della giovane Salomé, interpretata da Evelyne Bouix, mentre Jean-Louis Trintignant e una splendida Annie Girardot sono quelli dello spericolato funambolo Vincent (Richard Anconina). La tragedia dell'Olocausto è ripercorsa anch'essa in fuoricampo, sulla scia dei passi della protagonista sopravvissuta, alla ricerca di un colpevole mimetizzato e della musica del fratello perduto, forse ritrovato in un pianista contemporaneo. Lelouch evoca, in modo suggestivo seppur un bel po' furbetto, la reincarnazione (che riutilizzerà anche per La belle histoire nel 1992), ma soprattutto mette in scena la lotta, in realtà tutt'altro che fuoricampo o ai margini del mondo, tra Bene e Male, citando le denunce interne alla comunità del film Il corvo (1943), girato proprio durante la Seconda Guerra Mondiale da Henri-Georges Clouzot. E se il dramma sfocia di buon grado nel melò, in maniera talvolta convincente talvolta molto meno, l'idea più affascinante del regista è quella di impiantare sul film una musica incentrata sui tre movimenti del Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Rachmaninov.
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