Tre amici in disperate condizioni economiche (Luis Koo, Simon Yam e Sun Hong Lei) si ritrovano a vagliare anche la via criminale pur di riuscire a guadagnare qualcosa. L'intervento di un poliziotto (Lam Ka-tung), che segretamente intrattiene una relazione con la moglie di uno dei tre (Kelly Lin), rischia però di mandare tutto a monte, inclusa la loro amicizia. Curioso il progetto dietro a Triangle, un film composto da tre segmenti di trenta minuti, ciascuno diretto da un regista differente. La peculiarità risiede però nel modo in cui il progetto è stato concepito: partendo da un soggetto piuttosto semplice (tre uomini in difficoltà economica organizzano un colpo milionario), i diversi registi (ognuno con il proprio team di sceneggiatori) hanno diretto la loro parte partendo dal punto in cui si era interrotta quella precedente. Se il primo autore si trova così ad avviare la storia e a introdurre i personaggi, l'ultimo chiuderà il film sulla base di quanto fatto dai colleghi precedentemente; se poi i tre registi sono (in ordine) Tsui Hark, Ringo Lam (qui alla sua ultima regia) e Johnnie To, il risultato non può che essere un noir atipico dal ritmo sostenuto. L'idea è indubbiamente suggestiva, ma non tutto appare equilibrato al punto giusto: la coesione narrativa è precaria e non manca qualche (inevitabile?) incongruenza di troppo. Complessivamente, può essere una visione piacevole e godibile, ma la differenza di stili è troppo accentuata e mantenere alta la soglia dell'attenzione per tutta la durata non è semplicissimo.