L'uomo che non c'era
The Man Who Wasn't There
2001
Paesi
Usa, Gran Bretagna
Genere
Noir
Durata
116 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Joel Coen
Attori
Billy Bob Thornton
Frances McDormand
Michael Badalucco
James Gandolfini
Katherine Borowitz
Jon Polito
Scarlett Johansson
Richard Jenkins
Tony Shalhoub
Santa Rosa, California, 1941. L'ordinaria esistenza del barbiere Ed Crane (Billy Bob Thornton), consapevole di essere tradito dalla moglie (Frances McDormand), viene sconvolta dalla possibilità di investire nel lancio di una catena di tintorie di lavaggio a secco. Decide dunque di ricattare l'amante della donna (James Gandolfini), ma la situazione gli sfugge presto di mano.
Illuminato dal bianco e nero contrastato di Roger Deakins (nominato all'Oscar), mai sterilmente formale ma sempre veicolo di vigoroso rigore stilistico, L'uomo che non c'era è un affresco tragico di un'umanità ferita e devastata dalle proprie insicurezze, dal proprio senso di inadeguatezza e da frustrazioni che proiettano senza riserve in una lotta impari con le avversità, implacabili e interminabili, della cattiva sorte. Così come il Drugo de Il grande Lebowski (1998) o la Marge Gunderson di Fargo (1996), Ed Crane osserva con disincanto un mondo che si dissolve davanti ai suoi occhi tristi, specchio di un'anima apatica e morta dentro, annientata dalle sconfitte e dalle delusioni che la vita gli ha riservato. Una maschera silente e disperata cui un incredibile Billy Bob Thornton offre dolente intensità, grazie a un viso, avvolto dalle volute di fumo, che non si dimentica. Modello archetipico insostituibile per mettere in scena il disegno di un destino a cui è impossibile sottrarsi, il genere noir non rimane la semplice matrice narrativa di riferimento, ma viene aggiornato esaltando quelle figure di contorno (in cerca di evasione da una grigia routine quotidiana) che erano sempre state ignorate nei classici del passato. Uno dei film più personali e maturi dei due fratelli del Minnesota, raffigurazione lucida della spietata imprevedibilità del caso, dinnanzi a cui qualsiasi ambizione, passione o speranza umana risulta ben poca cosa. Premio per la miglior regia al Festival di Cannes, nell'anno in cui lo ottenne anche David Lynch per Mulholland Drive (2001).
Illuminato dal bianco e nero contrastato di Roger Deakins (nominato all'Oscar), mai sterilmente formale ma sempre veicolo di vigoroso rigore stilistico, L'uomo che non c'era è un affresco tragico di un'umanità ferita e devastata dalle proprie insicurezze, dal proprio senso di inadeguatezza e da frustrazioni che proiettano senza riserve in una lotta impari con le avversità, implacabili e interminabili, della cattiva sorte. Così come il Drugo de Il grande Lebowski (1998) o la Marge Gunderson di Fargo (1996), Ed Crane osserva con disincanto un mondo che si dissolve davanti ai suoi occhi tristi, specchio di un'anima apatica e morta dentro, annientata dalle sconfitte e dalle delusioni che la vita gli ha riservato. Una maschera silente e disperata cui un incredibile Billy Bob Thornton offre dolente intensità, grazie a un viso, avvolto dalle volute di fumo, che non si dimentica. Modello archetipico insostituibile per mettere in scena il disegno di un destino a cui è impossibile sottrarsi, il genere noir non rimane la semplice matrice narrativa di riferimento, ma viene aggiornato esaltando quelle figure di contorno (in cerca di evasione da una grigia routine quotidiana) che erano sempre state ignorate nei classici del passato. Uno dei film più personali e maturi dei due fratelli del Minnesota, raffigurazione lucida della spietata imprevedibilità del caso, dinnanzi a cui qualsiasi ambizione, passione o speranza umana risulta ben poca cosa. Premio per la miglior regia al Festival di Cannes, nell'anno in cui lo ottenne anche David Lynch per Mulholland Drive (2001).
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