L'uomo senza volto
The Man Without a Face
1993
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
114 min.
Formato
Colore
Regista
Mel Gibson
Attori
Mel Gibson
Nick Stahl
Margaret Whitton
Fay Masterson
Gaby Hoffmann
Geoffrey Lewis
Richard Masur
Michael DeLuise
Boston, fine anni sessanta. Il giovane Chuck Nordstadt (Nick Stahl) vive con la madre divorziata e le due sorellastre. Sentendosi escluso in un ambiente di sole donne, Chuck stringe amicizia con Justin McLeod (Mel Gibson), un ex insegnante con il volto sfigurato che vive da eremita, auto-esiliatosi dal mondo. L'amicizia tra i due e l'oscuro passato di McLeod suscitano le malelingue della comunità, ma Chuck è pronto a difendere il suo mentore da qualsiasi accusa.
Esordio alla regia per Mel Gibson con l'adattamento del romanzo di Isabelle Holland. Il regista-attore decide di edulcorare le ambiguità intrinseche del testo (in cui si allude a un rapporto omosessuale tra Chuck e McLeod) e ricerca una via più facile e commerciale al melodramma e al patetismo lacrimevole. Ma in questo modo il risultato è piatto, privo d'interesse e piuttosto lagnoso con sprazzi decisamente gratuiti di retorica militarista (il ragazzino che sogna di entrare in accademia e andare a combattere in Vietnam), destrorsa (l'ingenerosa rappresentazione del mondo hippie) e vagamente misogina (le acidule figure femminili destinate, nonostante tutto, ad accettare la volontà del ragazzo). Poche idee di messa in scena degne di nota e una gestione dei tempi narrativi quasi mai all'altezza non rivitalizzando quasi mai la staticità del racconto e l'inevitabile incombere della noia. Da segnalare il cameo di Viva, una delle numerose muse della Factory di Andy Wahrol, nei panni di Mrs. Cooper.
Esordio alla regia per Mel Gibson con l'adattamento del romanzo di Isabelle Holland. Il regista-attore decide di edulcorare le ambiguità intrinseche del testo (in cui si allude a un rapporto omosessuale tra Chuck e McLeod) e ricerca una via più facile e commerciale al melodramma e al patetismo lacrimevole. Ma in questo modo il risultato è piatto, privo d'interesse e piuttosto lagnoso con sprazzi decisamente gratuiti di retorica militarista (il ragazzino che sogna di entrare in accademia e andare a combattere in Vietnam), destrorsa (l'ingenerosa rappresentazione del mondo hippie) e vagamente misogina (le acidule figure femminili destinate, nonostante tutto, ad accettare la volontà del ragazzo). Poche idee di messa in scena degne di nota e una gestione dei tempi narrativi quasi mai all'altezza non rivitalizzando quasi mai la staticità del racconto e l'inevitabile incombere della noia. Da segnalare il cameo di Viva, una delle numerose muse della Factory di Andy Wahrol, nei panni di Mrs. Cooper.
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