Il giornalista John Converse (Michael Moriarty), corrispondente di guerra a Saigon, convince il marine Ray Hicks (Nick Nolte) a consegnare all'ignara moglie Marge (Tuesday Weld) una partita di eroina, una volta rientrato in patria. Ma, nel momento della consegna, Ray viene colto in trappola da un poliziotto corrotto e dai suoi due scagnozzi: sarà costretto a scappare con Marge. Adattamento del best seller I guerrieri dell'inferno (1974) di Robert Stone, il secondo lungometraggio negli Stati Uniti di Karel Reisz, dopo 40.000 dollari per non morire (1974), è il rocambolesco ritratto d'azione dei reduci sconvolti e storditi della guerra del Vietnam, rimpatriati in un mondo altrettanto assopito e disilluso. Terminate le rivolte del '68 ed esauriti gli ideali hippie di rivoluzione sociale, il nichilismo che colpisce già al fronte i due protagonisti ha raggiunto anche l'America, assuefatta dalle droghe non più per allargare la coscienza ma per eclissarla una volta per tutte (emblematico in questo senso il personaggio solo apparentemente morale di Marge, interpretata da Tuesday Weld). In un'aura costante di irrealtà, determinata soprattutto dalla prima nebulosa e misteriosa scena, la pellicola, il cui titolo originale (Who'll Stop the Rain) richiama la canzone dei Creedence Clearwater Revival presente nelle sequenze chiave, smorza la paranoia che metaforizza un tono cinico e qualche eccentrico personaggio di contorno. Se la parte centrale on the road risulta a tratti traballante, l'ultimo segmento ambientato nel New Mexico è un significativo e spettacolare ritratto del disincanto dell'America degli anni Settanta. Presentato in concorso al Festival di Cannes.