Isadora
Isadora
1968
Paesi
Gran Bretagna, Francia
Generi
Biografico, Drammatico
Durata
131 min.
Formato
Colore
Regista
Karel Reisz
Attori
Vanessa Redgrave
John Fraser
James Fox
Jason Robards
Zvonimir Crnko
Vladimir Leskovar
Cynthia Harris
Bessie Love
La vita della ballerina Isadora Duncan (Vanessa Redgrave), considerata la fondatrice della danza moderna, dal suo trasferimento in Europa fino alla morte. Ispirato all'autobiografia ufficiale e al ritratto di Sewell Stokes, il biopic della ballerina che si liberò delle imposizioni e delle regole della danza classica procede dal racconto per flashback di una Vanessa Redgrave già invecchiata, perfetta nel protrarre l'illusione e la stravaganza giovanili insieme alla sofferenza del corpo e delle pene del passato. Dopo la promessa in età ancora infantile di dedicarsi alla verità e alla bellezza e di non lasciarsi incastrare dagli uomini, saranno proprio i suoi amori a segnare le tappe difficili della sua carriera, per condurla verso l'abisso. Delle esibizioni trionfali di Londra, Parigi e Berlino ci si dimentica presto mentre le sue relazioni con lo scenografo Craig (James Fox), con il ricco imprenditore Singer (Jason Robards) o con il poeta russo Essenin (Zvonimir Crnko) sovrastano l'esperienza di rottura dell'artista. Reisz tenta di leggerla in chiave politica tramite la focalizzazione degli ideali ellenici di grazia e democrazia che influenzarono la Duncan nella rivoluzione dei costumi e del pensiero artistico; ma fallisce, forse timoroso di allontanarsi troppo dagli eventi ufficiali della biografia, o forse vittima di una censura che al momento dell'uscita tagliò il film di più di 30 minuti. Il risultato, in ogni caso, è un'occasione sprecata, dotata di notevoli spunti che non vengono portati a termine: il film gira spesso a vuoto e non ha la forza drammaturgica necessaria per un prodotto di questo tipo. Al botteghino fu un tale insuccesso che costrinse Reisz a un periodo di inattività lungo sei anni. La dedizione appassionata della Redgrave si meritò comunque la nomination all'Oscar e il secondo premio a Cannes come migliore interpretazione femminile dopo quello per Morgan matto da legare (1966).
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