Camden, Maine. Frank Fowler (Nick Stahl), studente di architettura che si guadagna qualche soldo grazie alla pesca delle aragoste, è legato a Natalie (Marisa Tomei), madre di due figli e sposata al violento e geloso Richard (William Mapother). Venuto a sapere della relazione extraconiugale, Richard uccide il rivale; ma, a causa di una ricostruzione sommaria degli eventi, il processo si avvia su territori favorevoli per l'assassino, fatto che susciterà lo sgomento e l'ira dei genitori di Frank. È un esordio particolarmente interessante quello di Todd Field, basato sul racconto Killings di Andre Dubus. Il regista toglie presto il velo d'ipocrisia che copre la “tranquilla vita di provincia americana” per regalare uno spaccato crudo e crudele, dove le zone d'ombra dei personaggi non possono nascondersi dietro le facciate delle belle ville della borghesia a stelle e strisce. La regia evita abilmente tutti i cliché del genere, specie quelli riguardanti l'elaborazione del lutto, e svuota la narrazione di ogni deriva buonista, per rimarcare in maniera semplice ed efficace la mostruosità dell'essere umano di fronte a situazioni che sfuggono a ogni controllo. Dilatando a dismisura i tempi, Field riesce anche a ricostruire un mosaico in cui ogni attore ha il suo momento, da Sissy Spacek a Marisa Tomei, da Tom Wilkinson a William Mapother: così, però, il film soffre di una certa prolissità di un eccessivo compiacimento narrativo che limita, almeno in parte, il risultato finale. Da vedere, in ogni caso, anche perché il cast è in formissima.