Philippe (Thierry Toscan), un giovane pastore francese, approda con la moglie (Alessandra Agosti) e i figli in un paesino quasi spopolato della Valle Maira in provincia di Cuneo, dove vive una ristretta comunità occitana. Inizialmente, i nuovi venuti verranno accolti con calore ma i rapporti si raffredderanno presto. Piccolo caso straordinario in un mercato cinematografico spesso sordo alle novità come quello italiano, Il vento fa il suo giro è ispirato alla vicenda autobiografica dello sceneggiatore Fredo Valla, ed è diretto dall'esordiente Giorgio Diritti (all'epoca quarantaseienne). Nonostante il budget irrisorio, e i molti ostacoli alla grande distribuzione (ance a causa delle lunghe sequenze in francese e in lingua d'Oc), il film ebbe un successo di pubblico costantemente crescente grazie al passaparola, e rimase in cartellone per anni in alcune sale indipendenti come il Cinema Mexico di Milano. Al di là della curiosa vicenda produttiva e distributiva, si tratta comunque di un esordio di alta classe, che indaga con rara sensibilità le dinamiche sociali di un centro isolato e ripiegato su se stesso, inizialmente eccitato dalla novità ma poi deciso a respingerla per tornare nel proprio bozzolo rassicurante. La semplicità della regia non rinuncia alla qualità, rustica e genuina come la vita dei monti che racconta, ma non priva di eleganza. Il cast, in parte composto da attori non professionisti, funziona a meraviglia restituendo un vibrante realismo. Con la partecipazione del gruppo folk occitano Lou Dalfin, e condito dalle belle musiche di Marco Biscarini e Daniele Furlati.