1919. Un rabdomante australiano (Russell Crowe) parte alla volta della Turchia sulle tracce dei tre figli che hanno combattuto durante la battaglia di Gallipoli. Uno di questi potrebbe essere ancora vivo, ma ha preferito non tornare a casa.
Opera prima di Russell Crowe, che fa il suo esordio dietro la macchina da presa con un tipico “polpettone” melodrammatico. Il neoregista vorrebbe dare alla vicenda un ampio respiro, ma il risultato è invece affannato e vittima del fiato corto. Pellicola dai toni antibellici, The Water Diviner si perde costantemente: sia nella ricerca dei figli da parte del protagonista, sia nella smielata relazione tra quest'ultimo e la bella proprietaria dell'albergo in cui si ferma a soggiornare (Olga Kurylenko). La fotografia è discreta, ma le emozioni sono ai minimi termini. Un debutto anonimo e impersonale, che non lascia alcuna traccia.