I Marvel Studios hanno festeggiato Natale 2021 con la conclusione del loro ultimo prodotto per la televisione, Hawkeye. La miniserie (6 gli episodi) termina dopo lo strepitoso successo planetario di Spider-Man: No Way Home. Introduce nuovi protagonisti, approfondisce vecchie conoscenze e strizza sempre l’occhio ai fan della casa delle idee, mentre viene imbastita un’avventura a tema natalizio.
Come si evince dall'omonimo titolo, il protagonista di questo nuovo tassello dell’MCU è l’arciere degli Avengers, Clint Burton. Ma presto, anzi prima ancora del biondo vendicatore, veniamo introdotti a un altro protagonista, la giovane Kate Bishop. Una ragazza dalle doti atletiche straordinarie che sin dall’invasione dei Chitauri a New York nutre un’ossessione per il suo eroe, il sopracitato Occhio di falco. Da allora si è allenata incessantemente per raggiungere una maestria olimpica nell’uso dell’arco e delle frecce. È imperdibile allora l’occasione che le si presenta di poter aiutare Clint. I due vengono inconsapevolmente incastrati in un complotto criminale che vede misteriose figure spinte a tutto per eliminare il loro bersaglio: Ronin. Quest’ultimo non è (o era) altro che lo stesso Clint Burton, che, dopo aver perso l’intera famiglia a causa del blip, vestì i panni del samurai senza padrone, divenendo uno spietato killer di criminali armato di katana. Rinsavito da quel periodo oscuro, Clint torna nelle vesti di Hawkeye e, dopo gli eventi di Endgame, può riabbracciare la sua famiglia. La scia di sangue che si è lasciato alle spalle nei panni di Ronin, però, torna ora a perseguitarlo; suo malgrado potrà contare sull’aiuto di Kate, una promettente erede spirituale. Quest’ultima è spinta a collaborare col suo eroe anche per difendere la facoltosa madre, che pare inspiegabilmente coinvolta e minacciata dai loro avversari. Nell’ombra, qualcuno di molto sinistro e potente tesse i fili di questa intricata vicenda.
La serie inizialmente fatica a ingranare: le prime due puntate destano veramente poco interesse se non per l’introduzione della nuova carismatica protagonista. Dal terzo episodio, però, gli elementi in campo si complicano e l’azione decolla in un crescendo che porterà, senza particolari battute d’arresto, a un finale degno di un blockbuster cinematografico. Non è facile inquadrare la natura di questo progetto, a partire dall’essenza stessa di Hawkeye. Clint è potenzialmente il più oscuro degli Avengers, da sempre dotato di licenza di uccidere, più simile a un agente segreto che a un eroe senza macchia. L’identità di Ronin, poi, lo ha portato a confondere ancora di più il limite tra bene e male. Eppure, nonostante il suo violento passato, Clint Burton appare più come un simpatico padre di famiglia pasticcione che come un ex sicario. Queste caratteristiche contrastanti potrebbero suggerire una personaggio molto sfaccettato e complesso, invece si riducono solo in un protagonista spesso fuori fuoco. Colpa forse anche del suo interprete, Jeremy Renner, qui decisamente meno espressivo e convincente del solito. Tutta la miniserie, poi, oscilla tra commedia natalizia Disney, thriller e action senza mai trovare veramente un punto di incontro.
Molto più inquadrata è, invece, la protagonista femminile Kate, personaggio che sviluppa un arco narrativo coerente e coinvolgente, introducendo così un nuovo eroe dalle grandi potenzialità per i futuri progetti. In questo caso, l’interprete fa gran parte della fortuna del personaggio: il fascino trascinante di Hailee Steinfeld non può che farci amare questa new entry frizzante e impacciata dell’MCU.
Tuttavia, la chimica tra i due protagonisti funziona quasi sempre con successo, creando un’accoppiata mai veramente scontata e, infine, anche emozionante. Le maggiori sequenze d’azione rimango a un buon livello, in particolare l’inseguimento della terza puntata, dove fa da padrone un complesso piano sequenza, e anche la conclusione dell’ultima puntata, uno scontro corale e spettacolare. In entrambi i casi è molto divertente e ingegnoso l’uso delle armi principe dei due protagonisti, le frecce, che i due si sbizzarriscono a dotare delle funzioni più disparate. Alcune rivelazioni, poi, daranno soddisfazione a molti fan di vecchia data.
Hawkeye, con le sue 6 puntate, si configura come un’opera un po’ altalenante ma divertente, con un occhio all’inclusività, nonostante non riesca a coniugare perfettamente gli aspetti più maturi con quelli vicini a un pubblico giovane. Non avrà la sperimentazione di WandaVision, la solidità di The Falcon and the Winter Soldier e nemmeno la portata cosmica di Loki, eppure assume una sua identità, anche se meno definita delle precedenti serie.
Hawkeye è più simile a uno speciale natalizio che a uno spin-off autonomo, ma il Natale che si festeggia in casa Marvel non manca di buon intrattenimento, frecce multi uso e non uno, ma ben due eroi arcieri.
Cesare Bisantis