Lo stupefacente trailer del Re Leone ha suscitato reazioni contrastanti, una discussione che viene risollevata ogni volta che la Disney (ma non solo) propone dei remake, soprattutto se si tratta di titoli Classici o circondati da un’aura di sacralità. Il Re Leone è solo l’ultimo di una lista che inizia nel 1996, quando Glenn Close vestì i panni di Crudelia Demon in La Carica dei 101 – Questa volta la magia è vera, che ebbe addirittura un sequel, La Carica dei 102 – Un nuovo colpo di coda, del 2000. Poi, il nulla, fino al 2010.
Tim Burton portò nelle sale la sua versione di Alice in Wonderland, partendo dalle pagine di Lewis Carroll, con Johnny Depp nel ruolo di Cappellaio Matto e Mia Wasikowska come protagonista. Ed è forse stato quello il momento in cui la Disney ha deciso di puntare sui remake in live action dei suoi classici, perché da allora i titoli si sono susseguiti con molta più frequenza, tanto che nel 2012 sono uscite addirittura due rivisitazioni di Biancaneve e i sette nani: Biancaneve e il Cacciatore, con Kristen Stewart, Charlize Theron e Chris Hemsworth, e Biancaneve, con Julia Roberts e Lily Collins. Nel 2014 è il turno di Maleficent, firmato Robert Stromberg, che decide di raccontare La Bella Addormentata nel Bosco focalizzandosi maggiormente su Malefica, interpretata da Angelina Jolie. Il 2015 è l’anno di Cenerentola, di Kenneth Branagh con Lily James, e la principessa successiva è Belle, con Emma Watson protagonista della Bella e la Bestia, di Bill Condon (2017).
La vera sorpresa arriva nel 2016, quando Jon Favreau regala una splendida versione digitale del Libro della Giungla, riprendendo il Classico Disney e rendendolo più aderente al testo originale, con Kaa doppiata da Scarlett Johansson e con un cast vocale ricchissimo: Ben Kingsley, Bill Murray, Christopher Walken, Lupita Nyong’o e Idris Elba. Sicuramente il titolo meglio riuscito, esteticamente impressionante, che riporta all’attualità stretta, Il Re Leone, appunto. Ma non solo, perché è già stato diffuso un teaser trailer di Aladdin, firmato Guy Ritchie, con Will Smith come Genio, e sono già stati annunciati adattamenti per Mulan e La Sirenetta. Per chiudere il cerchio aperto nel 2010, a marzo arriverà nelle sale Dumbo, con la regia di Tim Burton.
Ma cosa pensare di queste operazioni? Qual è il loro significato? Lo hanno un significato? Non è semplice dare una risposta, perché da un lato si potrebbe pensare che la Disney voglia a tutti gli effetti far vivere i suoi personaggi, riuscendo con la CGI a fare un passo visivo realisticamente superiore all’animazione in 2d. Ma questo non porta a sminuire tutta la magia che ha accompagnato e continua ad accompagnare generazioni di bambini (e non solo) incantati dal talento artistico di animatori fantastici, di artisti, come Glen Keane? Sicuramente la dimensione commerciale è da considerare, perché è indubbio che siano film dal grande successo al box office, ma è possibile ridurre tutto solamente a questo? Quello che è certo è che si tratta di operazioni che puntano molto più agli occhi che al cuore, dove l’emozione vincente è la nostalgia di chi ha amato i Classici e corre a rivederli in sala anche in altre vesti, indubbiamente più scintillanti. La vera domanda è: la magia c’è ancora o è solo figlia di un ricordo profondo che riporta alla memoria emozioni passate?