Al Milano Film Festival, mercoledì 4 alle ore 18, l’Auditorium dello Spazio BASE ospiterà, per la sezione Debut, Roberto Cicutto, presidente e amministratore delegato dell’Istituto Luce Cinecittà.
Oltre ad essere un’opportunità unica per approfondire la storia della maggiore realtà cinematografica italiana, in occasione dell’80esimo anniversario degli Studi di Via Tuscolana, l’incontro si carica di un valore aggiunto alla luce dei recenti avvenimenti che ne hanno cambiato le sorti.
Fondata a Roma nel 1937, Cinecittà, che possiede e si occupa delle gestione di 22 teatri di posa che la rendono il più grande complesso cinematografico europeo, diventa nel 1997 una società per azioni sostenuta da imprenditori privati come Luigi Abate, Diego Della Valle e Aurelio De Laurentiis. Nonostante l’iniziale apparente pareggio del bilancio, il trio di imprenditori fallisce nell’intento di rilanciare “la fabbrica romana del cinema”, così definita da Ettore Scola, nella competizione nel mercato mondiale.
In seguito al riconoscimento di Roma città creativa del cinema da parte dell’UNESCO, la collaborazione tra autori e le principali istituzioni del settore, come la RAI e l’Istituto Luce, ha reso possibile la “ripublicizzazione” (ritorno a una gestione pubblica) degli studi di via Tuscolana che nel corso degli anni hanno ospitato le regie di maestri come Federico Fellini, Francis Ford Coppola, Luchino Visconti, Martin Scorsese e tanti altri.
Roberto Cicutto, figura chiave dell’acquisizione degli Studios da parte dell’Istituto Luce Cinecittà, spiega gli obiettivi di questa inversione di rotta, tra i quali spiccano la valorizzazione culturale degli spazi, la promozione della collaborazione con enti come il Centro Sperimentale di Cinematografia e l’archivio dell’Istituto Luce, memoria visiva del ‘900 italiano, l’organizzazione di mostre e musei e l’offerta di un servizio completo nelle produzioni audiovisive sia nazionali che estere, dalla pre-produzione alle fasi di montaggio e distribuzione.
L’incontro con il Presidente Cicutto è dunque un’occasione imperdibile in questo momento di decisivo cambiamento nella storia del cinema italiano che illustrerà le linee guida per un nuovo uso della Fabbrica dei Sogni in tutte le sue possibilità.