News
Paul Thomas Anderson – La classifica dei suoi film preferiti

Paul Thomas Anderson: un autore di importanza capitale all’interno del panorama cinematografico contemporaneo, capace di unire nobile rispetto per il cinema classico e innovative intuizioni orientate al futuro, minuziosa ricerca formale e densità di scrittura, sontuosa potenza espressiva e inebriante gusto per il dettaglio. Stilare una classifica delle sue migliori opere sa rivelarsi un’impresa ardua: ma vi siete mai domandati quali siano i suoi film preferiti? Quali siano quei lungometraggi che più lo hanno conquistato in giovane età o nel corso della sua carriera, andando a influenzarne il vocabolario e lo stile cinematografico? Scopriamoli insieme!

ATTENZIONE: PAUL THOMAS Anderson sarà presto protagonista di un nostro workshop al via in data 19 marzo! Ci sono ancora posti disponibili, accorrete!

 IL CINEMA DI PAUL THOMAS ANDERSON: 19 marzo – 26 marzo – 5 aprile, BASE Milano (Via Bergognone 34). Info e dettagli QUI.

Ecco la classifica dei cinque film preferiti da Paul Thomas Anderson:

5) Nashville di Robert Altman

Risultati immagini per nashville altman gif

Lo schiaffo più forte e tagliente alla staticità programmatica e alle convenzioni del cinema americano così come l’abbiamo conosciuto fino a questo momento diventa, nelle mani di un Robert Altman mai lasciato così libero di creare in assoluta libertà e indipendenza, una mirabile e gigantesca operazione di decostruzione su più fronti: del conformismo stilistico, dell’unità narrativa a ogni costo, dei sani e ipocriti principi dell’americanità, dal carrierismo sfrenato allo spettacolo come merce di consumo, dalla repressione degli istinti che genera sociopatia improvvisa all’anima musicale di un intero paese. Nashville esplode come una bomba a orologeria nel cuore dei seventies, dei quali si eleva come film più critico e insieme rappresentativo.

Qui la nostra scheda completa del film

4) Cane randagio di Akira Kurosawa

Risultati immagini per stray dog kurosawa gif

Il Bene e il Male come elementi complementari, metaforizzati dal protagonista e dalla sua nemesi: il regista delinea con questo noir dalle ambizioni psicologiche una descrizione simbolica sull’interscambio tra opposti, impegnandosi nella rappresentazione di due tematiche ricorrenti nel suo cinema, ovvero l’iter di maturazione del protagonista e il rapporto allievo-maestro.

Qui la nostra scheda completa del film

3) Tirate sul pianista di François Truffaut

Risultati immagini per tirez sur le pianiste gif

Opera seconda di del regista, Tirate sul pianista è un film farsesco, irriverente e ambientato in un universo tipico dei b-movies, infarcito di stili differenti e personaggi variegati, all’insegna di una commistione tra generi che all’epoca era ben lontana dalle codificazioni del postmoderno e all’interno della quale Truffaut si pone con tutta l’irriverenza antiaccademica di un ragazzaccio sfrontato. Sicuramente uno dei titoli più anticonformisti e affascinanti di Truffaut.

Qui la nostra scheda completa del film

2) La donna è donna di Jean-Luc Godard

Risultati immagini per la femme est une femme gif

«Genere Lubitsch». Una didascalia iniziale ci guida immediatamente verso la strada del passato della settima arte che, La donna è donna, omaggia facendo riferimento a uno dei generi più fortunati della Hollywood classica: il musical. Godard accentua il discorso iniziato con il suo capolavoro Fino all’ultimo respiro (1960): fa parlare i personaggi in macchina, inframezza la trama con gag e situazioni surreali e costruisce una narrazione disarticolata e confusa. Il risultato è delizioso e i momenti geniali abbondano: Anna Karina, colei intorno alla cui bellezza ruota tutto il film, in una sequenza sembra volersi nascondere da una cinepresa che non può cessare d’inquadrarla.

Qui la nostra scheda completa del film

1) Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme

Risultati immagini per the silence of the lambs gif

Una pietra miliare indiscutibile del thriller anni ’90 e di tutto il cinema di tensione. La sua forza e la sua benedizione risiedono entrambe nello stile e nel respiro adottati da Jonathan Demme, inusuali per la grammatica consueta del genere: primi piani a profusione e una serrata dialettica in cui le immagini sembrano sudare insieme ai personaggi e, affamate di suspense, si dilatano in maniera impressionante esattamente come le narici di Lecter quando fiutano l’odore della carne umana. Tante sequenze magistrali in cui la macchina da presa sa come svettare in modo considerevole, dando una statura gigantesca alle singole scene e tenendosi contemporaneamente a pochi salutari passi da forme troppo invasive di barocchismo.

Qui la nostra scheda completa del film

Ci teniamo infine a citare Call me by your name di Luca Guadagnino, eletto da Paul Thomas Anderson il miglior film del 2017:

Risultati immagini per call me by your name gif

Un film libero e spontaneo, che trova nella placida calma dell’assolato paesaggio agreste lo scenario ideale per affrontare una storia di fertile semplicità segnata da un significativo gusto per il dettaglio. Questo delizioso coming of age, che può ricordare il cinema di Eric Rohmer, è valorizzato dalla scelta di ambientare la vicenda in un preciso contesto storico-culturale, con la politica che appare dagli schermi della TV, da una semplice immagine colta con naturalezza o da pittoreschi discorsi a tavola. L’amore diventa espressione di uno stato d’animo che vuole e deve rifiutare il pregiudizio e la repressione dei sentimenti, come se il “fantasma della libertà”, suggerito anche dal riferimento al film di Buñuel, si dovesse fare largo dall’effimera spensieratezza degli anni ’80, costantemente velata di malinconia.

Qui la nostra scheda completa del film

Maximal Interjector
Browser non supportato.