In un paesino del Nevada continuamente soggetto a furti di bestiame, tre uomini innocenti (Dana Andrews, Anthony Quinn e Francis Ford) vengono accusati e giustiziati nonostante la mancanza di prove e l'inutile difesa sostenuta da alcuni cowboy più ragionevoli (Henry Fonda e Harry Morgan). Appena dopo l'esecuzione sarà chiaro a tutti l'errore commesso... Tratto da un racconto di Walter Van Tilburg Clark, Alba fatale è il miglior titolo della carriera di William A. Wellman. Provando a rivisitare il genere western in maniera più realistica e cruda, il regista vince una scommessa spinosa non solo a livello stilistico ma soprattutto contenutistico. Il film si presenta come un'opera cupa e densa di tensione, in cui i personaggi sono completamente accecati dalla furia nei confronti di un nemico invisibile al quale necessariamente sentono il bisogno di dover dare un volto. Le scelte visive e soprattutto il taglio claustrofobico della messa in scena (persino le scene in esterni vennero girate in studio) non lasciano alcuna luce di speranza ai protagonisti, tutti caratterizzati con grande spessore e interpretati magnificamente. Uscito nel pieno della Seconda guerra mondiale, il film prova anche a sollecitare l'attenzione del pubblico sul tema dell'insana crudeltà umana: non bisogna mai perdere la lucidità dell'intelletto, altrimenti si rischia di smarrire del tutto il lume della ragione in nome di una causa vana e per nulla indispensabile. Grande eleganza formale e solida scrittura. Nomination all'Oscar come miglior film.