Robert Stanford (Leo McKern), magnate dell'automobilismo, uccide una giovane ballerina (Christina Lubicz) e lascia che la colpa del delitto ricada sul fidanzato Alec Graham (Alec McCowen). Il padre di quest'ultimo, David, (Michael Redgrave), ha solo quarantotto ore di tempo per evitare che il figlio venga impiccato. Per incastrare Stanford e salvare il figlio, sarà costretto a compiere una drastica scelta. Dopo sei anni Joseph Losey torna a firmare una pellicola col proprio nome, denunciando i limiti e le storture del sistema giudiziario inglese, anticipando i temi del successivo L'inchiesta dell'ispettore Morgan (1959). Più che uno j'accuse contro la pena di morte, il regista, attraverso la convincente interpretazioni di Michael Redgrave, pone al centro dell'attenzione un uomo che viene progressivamente lasciato solo e per il quale l'unica scappatoia risulta essere quella di adeguarsi alla prepotenza di colui che vorrebbe far condannare. Non tutto funziona e alcune sequenze (il pre-finale con McKern alla guida di un'auto sportiva) risultano abbastanza posticce, ma il risultato complessivo contribuisce a creare una frustrazione nello spettarore simile a quella del protagonista, perfettamente resa dalla brusca soluzione dell'intreccio. Dopo questa partecipazione Peter Cushing inaugurerà la lunga serie di incursioni nell'horror per cui è diventato celebre.