Los Angeles. Durante una convention per decidere chi sarà il candidato successore alla presidenza degli Stati Uniti, due rivali si contendono le simpatie del presidente morente: William Russell (Henry Fonda) è un onesto politico che manca di decisionismo, Joe Cantwell (Cliff Robertson) uno spregiudicato arrampicatore, disincantato e realista. Brillante, benché a tratti un po' troppo rigido, film sulla politica americana e, per estensione, sulla politica tout court ai tempi della democrazia. Schaffner, non toccato dalla fama che gli regalerà Il pianeta delle scimmie (1968), si affida alla chirurgica sceneggiatura di Gore Vidal, che viviseziona con precisione geometrica il funzionamento della dinamiche di potere a stelle e strisce, eternamente sospese tra realismo dell'amministrazione e bisogno di slanci ideali. Ritmo e solidità dello script non si discutono – come l'interpretazione dei due protagonisti – ma la scrittura spesso schiaccia i personaggi, riducendoli a meri pupazzi portatori di simboli. Ad ogni modo, un più che discreto esempio di cinema di impegno civile, decisamente da recuperare per tutti gli appassionati. Lee Tracy (nella parte del terzo candidato alla presidenza) venne candidato al Golden Globe e all'Oscar come miglior attore non protagonista.