Anything Else
Anything Else
2003
Paesi
Usa, Francia, Gran Bretagna
Genere
Commedia
Durata
108 min.
Formato
Colore
Regista
Woody Allen
Attori
Woody Allen
Jason Biggs
Christina Ricci
Danny DeVito
Stockard Channing
Fisher Stevens
Una ragazza volubile (Christina Ricci) e i continui insuccessi in campo lavorativo a causa di un agente inetto (Danny DeVito) stanno minando l'autostima del giovane Jerry Falk (Jason Biggs), aspirante scrittore. L'incontro con David Dobel (Woody Allen), ebreo e psicotico, cambierà la sua prospettiva.
Woody Allen (che firma soggetto e sceneggiatura) torna a parlarci di una società repressa e in stallo, sdoppiando la figura cardine del suo cinema (il nevrotico frustrato e disilluso) in due sottotipi opposti ma complementari: la vittima (Jerry è costantemente raggirato dalla fidanzata bugiarda e dalle promesse di un protettore incostante) che non riesce a farsi rispettare e il maestro (un cinico Dobel, perennemente impegnato in prediche che si chiudono con un saccente «Riflettici»), alienato insegnante di una stramba “scuola di vita”. Ma la satira non ha più la carica corrosiva di un tempo e tende alla maniera e all'autocitazione: Allen è lieve, quasi compiaciuto, e ha perso l'attitudine al graffio stemperato da una comicità scoppiettante. La sceneggiatura, comunque, conserva l'abituale meccanismo a orologeria, nonostante certe battute stantìe sull'ebraismo («Ho litigato con due vigili. Stavano insinuando che Auschwitz fosse solo un parco a tema»). La mimica limitata di Jason Biggs lo condanna a una lieve inespressività, poco adatta al ruolo; in buona forma il resto del cast (con menzione d'onore per Christina Ricci e Danny DeVito). Fotografia di Darius Khondji.
Woody Allen (che firma soggetto e sceneggiatura) torna a parlarci di una società repressa e in stallo, sdoppiando la figura cardine del suo cinema (il nevrotico frustrato e disilluso) in due sottotipi opposti ma complementari: la vittima (Jerry è costantemente raggirato dalla fidanzata bugiarda e dalle promesse di un protettore incostante) che non riesce a farsi rispettare e il maestro (un cinico Dobel, perennemente impegnato in prediche che si chiudono con un saccente «Riflettici»), alienato insegnante di una stramba “scuola di vita”. Ma la satira non ha più la carica corrosiva di un tempo e tende alla maniera e all'autocitazione: Allen è lieve, quasi compiaciuto, e ha perso l'attitudine al graffio stemperato da una comicità scoppiettante. La sceneggiatura, comunque, conserva l'abituale meccanismo a orologeria, nonostante certe battute stantìe sull'ebraismo («Ho litigato con due vigili. Stavano insinuando che Auschwitz fosse solo un parco a tema»). La mimica limitata di Jason Biggs lo condanna a una lieve inespressività, poco adatta al ruolo; in buona forma il resto del cast (con menzione d'onore per Christina Ricci e Danny DeVito). Fotografia di Darius Khondji.
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27 dicembre
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21:10