Noto critico teatrale, Mortimer Brewster (Cary Grant) si è sposato ed è pronto a partire per il viaggio di nozze ma, prima, decide di andare a trovare le sue vecchie ziette, Abby (Josephine Hull) e Martha (Jean Adair). Scoprirà che le due uccidono abitualmente uomini anziani e soli credendo di fare un'opera a fin di bene.
Dopo aver diretto diversi documentari di propaganda relativi alla Seconda guerra mondiale (la serie Why We Fight), Frank Capra torna al cinema di finzione con una pellicola che tanto ricorda le sue, splendide, commedie degli anni Trenta: in primis, È arrivata la felicità (1936) e L'eterna illusione (1938). La si potrebbe definire una commedia nera degli equivoci, Arsenico e vecchi merletti, ispirata a una pièce di Joseph Kesserling e incentrata su innumerevoli gag semplicemente irresistibili. In miracoloso equilibrio tra una serie di registri differenti, il film offre una meravigliosa galleria di personaggi, tutti a loro modo “folli”, che compongono una delle famiglie più bizzarre e divertenti che siano mai apparse sul grande schermo. Si pensi in questo senso a Jonathan (Raymond Massey), il fratello cattivo di Mortimer che assomiglia alla creatura di Frankenstein interpretata da Boris Karloff nel film di James Whale del 1931: «Dove hai preso quella faccia? A Hollywood?», chiede Mortimer in una delle tanti celebri battute di una pellicola che possiede anche forti connotati metacinematografici. Il ritmo incessante fa il resto. Bravissimo Cary Grant in un ruolo che tanto ricorda quello di David in Susanna (1938) di Howard Hawks, in cui recitò accanto a Katharine Hepburn; ma altrettanto notevole è il cast di contorno. Da vedere e rivedere. Delizioso.