Corea, 1911: nel corso della dominazione giapponese, un combattente della resistenza coreana (Lee Jung-jae) fallisce il proprio tentativo di uccidere il Governatore Generale nipponico. Vent’anni dopo l’uomo verrà assoldato dal Governo Provvisorio Coreano per creare una squadra che riesca a portare a termine una missione omicida. Sceneggiato a quattro mani dallo stesso regista insieme a Lee Ki-cheol, Assassination è un ambizioso progetto sud coreano (con un budget complessivo di 16 milioni di dollari), il cui obiettivo principale risiede nel donare epicità a un periodo storico particolarmente buio per il paese. La dominazione nipponica viene raccontata in chiave action, in quello che si può giustamente considerare un gangster-movie a tinte spionistiche, solido e deciso soprattutto grazie alle numerose sequenze in cui a parlare sono solamente le armi. Peccato però che, oltre a un buon impianto scenico (aiutato sicuramente anche dal grande budget) e ad alcuni rimandi azzeccati allo spaghetti western, l’eccessiva durata rovini quasi completamente il pathos costruitosi con il pubblico; quaranta minuti in meno sarebbero stati necessari. Una buona dose di humour e un cast ben assortito rendono ancor più amara l’occasione sprecata. Il film è stato presentato al Far East Film Festival 2016.