Un uomo (Laurence Harvey) e una donna (Sylva Koscina) si incontrano casualmente: è amore a prima vista e i due partono per un viaggio. Un guasto all'auto e la conseguente sosta in un motel saranno l'occasione per riflettere con grande veemenza su temi come amore e sesso. Film tra i più strani e stranianti nella produzione di Mauro Bolognini, che adatta (con Ottavio Jemma e Vittorio Schiraldi) il libro omonimo di Goffredo Parise uscito nel 1967. Dal pragmatismo sociale, il cineasta toscano rimbalza su un (sur)realismo sentimentale pregno di concettualismo retorico. Pur denotando una certa coerenza (l'atmosfera glaciale) e una confezione laccata (la fotografia di Ennio Guarnieri, le musiche di Ennio Morricone), il film (anticipatore di situazioni che si estremizzeranno in Ultimo Tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, 1972) risulta assai discutibile: a pesare sulla scarsa riuscita, i dialoghi pesantissimi (cerebrali e a tratti involontariamente comici) e il ritmo catatonico. Un apologo noiosetto sulle derive decadenti tipicamente borghesi: trascurabile.