Liverpool, anni Cinquanta. La sedicenne Stella (Georgina Cates), spinta dagli zii con cui vive (Alun Armstrong e Rita Tushingham) intraprende la carriera di attrice teatrale. Si invaghisce del bizzoso regista Meredith Potter (Hugh Grant), crudele, egoista e bisessuale, e finisce a letto con il fascinoso attore O'Hara (Alan Rickman) che però nasconde un atroce segreto. Dramma sentimentale ambientato nel mondo del teatro inglese, diretto con mano leggera da Mike Newell, che mette in scena temi pesanti, come l'incesto e lo sfruttamento sessuale nell'ambiente artistico, senza eccedere troppo in toni accusatori. Peccato però che la sceneggiatura sia spesso debole e incapace di reggere adeguatamente le quasi due ore di durata. Buone le performance di Hugh Grant, capriccioso e insopportabile, assetato di potere da esercitare possibilmente sui suoi attori, e soprattutto di Alan Rickman, affascinante e tormentato, tragico e guascone a un tempo. La giovane Georgina Cates ha la faccia giusta per il suo ruolo di adolescente frivola e vittima delle circostanze, fondamentalmente sola. Un ritratto poco conciliante ma, nonostante i difetti, piuttosto veritiero di un universo, quello del teatro (ma potrebbe essere anche il cinema), spietato con gli sprovveduti che vi si affacciano pieni di speranza, destinati a vedere i loro sogni infrangersi uno dopo l'altro, distrutti dall'egocentrismo e dalle manie di grandezza.