Abbandonato nel deserto del Nevada da due soci, l'eccentrico Cable Hogue (Jason Robards) trova miracolosamente una fonte d'acqua, che gli permette di arricchirsi. S'innamora della prostituta Hildy (Stella Stevens) e conosce il predicatore sui generis Joshua (David Warner), ma il suo sogno è vendicarsi dei compagni che lo tradirono.
Al quinto film, Sam Peckinpah continua a segnare in modo indelebile il genere western e il suo linguaggio. Dopo una serie di pellicole che rappresentano senza sconti la violenza primigenia alle radici della società americana, è ora il turno di una rilettura grottesca e quasi scanzonata dell'immaginario della Frontiera, tutta giocata intorno al bizzarro protagonista cui presta il volto un grande Jason Robards. Quella del rozzo, analfabeta e umanissimo Cable Hogue è una sorta di versione stravagante del sogno americano, gioiosamente irriverente verso i tradizionali valori della società fino a toccare tratti di comicità surreale. La fine del West, annunciata dall'arrivo delle prime automobili, si colora di malinconia, che traspare sotto la patina umoristica di un racconto popolato da personaggi originali e ricco di curiose trovate stilistiche come lo split screen dei titoli di testa e la fast motion che ricorda il cinema slapstick. Mal distribuito negli Stati Uniti, fu apprezzato e portato alla ribalta nei festival europei: ennesima dimostrazione del pessimo rapporto tra Peckinpah e il sistema hollywoodiano.