Tratta con diligenza dall'omonimo dramma di Henrik Ibsen, la storia della presa di coscienza e dell'emancipazione di Nora (Jane Fonda), in apparenza madre esemplare e sposa felice di Torvald (David Warner), che scopre di desiderare una vita completamente diversa da quella della gabbia dorata del suo matrimonio. La causa scatenante sarà il ricatto di un creditore, cui Nora deve del danaro chiesto in prestito proprio per salvare il marito. Adattamento scolastico (di David Mercer) e, alla fine dei conti, piuttosto anonimo di uno dei massimi capolavori del drammaturgo scandinavo, Casa di bambola viene ricordato soprattutto per essere stato girato in Norvegia e per l'uscita in contemporanea di una versione realizzata da Patrick Garland (con Claire Bloom e Anthony Hopkins). La “femminista” Fonda evidentemente crede nella parte e in genere tutto il cast si comporta bene, ma si tratta di uno di quei film che, preoccupati di non tradire la parola scritta, non offrono mai un guizzo personale capace di lasciare una traccia profonda nello spettatore. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes, ebbe limitatissima diffusione in sala e, negli Usa, andò direttamente sul piccolo schermo.