Dopo l'ennesima bravata, Rachel (Lindsay Lohan) viene allontanata dalla madre da Los Angeles, dove abita e, su volontà della genitrice, si trasferire per l'estate in un paesino dell'Idaho, a casa della nonna (Jane Fonda). La donna è estremamente rigida e morigerata, gestisce la sua vita attraverso una serie di regole imposte anche alla figlia (Felicity Huffman), prima, e alla nipote, poi. Rachel però si ribellerà e dei segreti verranno a galla. Questa commedia dalle tinte drammatiche ha al centro tre donne, tre generazioni e tre modi di affrontare le difficoltà: la nonna si trincera dietro norme da seguire a mo' di decalogo, la madre si dedica esclusivamente alla dipendenza dall'alcool, la figlia alla droga e alla seduzione di uomini. Di fronte a un problema finora nascosto sotto il tappeto, dovranno però imparare ad adattarsi l'una all'altra e a combattere insieme per poter ottenere, finalmente, una vita migliore. Il lungometraggio, che presentato così lascia inevitabilmente trapelare degli intenti edificanti, solleva molte questioni e mette molta carne al fuoco, ma non si concentra davvero su alcunché, preferendo galleggiare a vista a ridosso di una superficie tanto semplificatoria e frettolosa quanto didascalica: alcuni dialoghi sono forzati, come quello in cui Rachel rivela con leggerezza un'esperienza difficilissima a Simon senza averne mai parlato prima con nessun adulto, e anche il rapporto tra le tre donne fatica a scrollarsi di dosso una fastidiosissima parvenza di artificialità e meccanicità. I siparietti comici sono inseriti in modo poco funzionale nell'economia del racconto, non strappano neanche un sorriso e risultano altrettanto costruiti e posticci. È evidente, dopotutto, che manchi un vero affiatamento tra le tre attrici protagoniste, elemento fondamentale per un film di questo tipo, che dovrebbe scaturire prima di tutto da una dose consistente di chimica attoriale.