Metà dell'Ottocento. Amantha (Yvonne De Carlo), alla morte del padre, scopre che sua madre era una schiava nera e per questo non ha diritto all'eredità. Gettata sul mercato degli schiavi, viene comprata da un ricco latifondista (Clark Gable) che s'innamora di lei. Tratto da un romanzo omonimo di Robert Penn Warren, La banda degli angeli è un prodotto un po' fuori tempo massimo, che ricorda pellicole dell'età d'oro hollywoodiana degli anni Trenta (Via col vento di Victor Fleming, del 1939, in primis). Raoul Walsh non calca troppo la mano sulla tematica antirazzista e preferisce, saggiamente, focalizzarsi sulle psicologie dei personaggi che vengono così ben tratteggiati. Nonostante questo, il film non scorre col ritmo giusto, a causa di alcune prolissità e di pause di troppo, e il risultato finale è viziato, anche a causa di una messinscena quasi scolastica, in cui svetta soltanto la buona fotografia di Lucien Ballard. Clark Gable, ormai a fine carriera, è il più in parte del cast.