Mary Blake (Jeanette MacDonald) è una giovane cantante d'opera che si trasferisce a San Francisco in cerca di fortuna. Per mantenersi, inizia a lavorare come soubrette presso un locale notturno gestito da Blackie Norton (Clark Gable), uomo che ci mette poco a innamorarsi di lei; quest'ultimo ha però un rivale nel direttore dell'Opera (Jack Holt) in cui finalmente la ragazza riesce a esordire. Un terribile terremoto che colpisce la metropoli ristabilirà l'ordine tra le parti. Provando a mescolare il genere melodrammatico e quello catastrofico, W. S. Van Dyke firma una pellicola avvincente e piuttosto solida, capace di emozionare grazie alla buona resa della trama sentimentale, senza tuttavia dimenticarsi di assecondare anche gli spettatori meno romantici attirati dal grande impianto pirotecnico mostrato sul finire del film. Forte di una produzione davvero invidiabile, il regista è abile nel confezionare al meglio la pellicola e sfruttare l'ottima performance dei suoi attori. Purtroppo, il lieto fine e la retorica non possono mancare (come il genere di riferimento impone a questi prodotti) e, di conseguenza, la narrazione perde via via sempre più smalto, finendo col rifugiarsi su binari più sicuri e consolidati: limiti che minano, almeno in parte, un prodotto di buon intrattenimento e, nonostante tutto, ancora oggi in grado di coinvolgere.