La tranquilla cittadina di Bright Hope viene sconvolta dall’attacco di una misteriosa tribù di indigeni che rapisce il vice sceriffo Nick (Evan Jonigkeit), la dottoressa O’Dwyer (Lili Simmons) e un fuorilegge (David Arquette). Radunata una squadra comprendente l’anziano Chicory (Richard Jenkins), il signor O’Dwyer (Patrick Wilson) e il distinto John Brooder (Matthew Fox), lo sceriffo Hunt (Kurt Russell) tenterà un disperato salvataggio, salvo poi scoprire che la tribù è dedita al cannibalismo.

Al suo esordio alla regia, S. Craig Zahler confeziona un curioso cannibal movie mascherato da western, il cui punto di forza è senza dubbio il nutrito cast di personaggi che mette in scena: dallo sceriffo impassibile di Kurt Russell (parente stretto del John Ruth del tarantiniano The Hateful Eight) al cowboy ingenuo ma risoluto di Patrick Wilson, passando per il disilluso Chicory, interpretato dal sempre efficace Richard Jenkins. Avvalendosi anche delle ottime scenografie naturali, Zahler strizza più di un occhio a Ruggero Deodato (facendo impallidire i vani tentativi di imitazione di Eli Roth), unendo alla forma esplicita delle immagini una sostanza, anche se non del tutto matura, perlomeno credibile. Non tutto, però, funziona alla perfezione: da una sceneggiatura ridotta ai minimi termini (e dalla quale scaturiscono poche sorprese) a una durata davvero eccessiva (gli oltre 130 minuti appaiono ingiustificati da una serie di sequenze ripetitive). In Italia è uscito direttamente per il mercato home video.