Condizionato da un'infanzia traumatica, il chirurgo Nick Cavanaugh (Julian Sands) non riesce a relazionarsi normalmente con le donne. A farne le spese è la bella Helena (Sherilyn Fenn): divenuta oggetto di ossessione per l'uomo, viene rapita e torturata nei modi più indicibili, fino all'amputazione di gambe e braccia. Desolante esordio cinematografico per Jennifer Lynch, figlia del celebre David, che adatta un soggetto di Philippe Caland al fine di tratteggiare le abominevoli derive di un'ossessione. Le suggestioni alla base dell'operazione sono tipicamente paterne (così come l'attrice, quella Sherilyn Fenn già nel cast della notoria serie televisiva I segreti di Twin Peaks, 1990-91), i risultati ben diversi: visionarietà ed erotismo completamente assenti, sceneggiatura approssimativa e didascalica, dialoghi talmente imbarazzanti da non essere nemmeno involontariamente divertenti, interpretazioni pietose (con menzione per l'inespressivo e ingessato Julian Sands, non certo la figura borderline più interessante mai apparsa sul grande schermo). Maldestro, patetico, ridicolo: da dimenticare. Unica nota vagamente interessante, il contenzioso che vide protagonista Kim Basinger, inizialmente coinvolta nel progetto e costretta a pagare un salato risarcimento dopo aver rifiutato il ruolo principale. Art Garfunkel è il dottor Lawrence Augustine. Meritatissimo Razzie Award alla peggior regia.