Brooklyn, New York, metà anni '80. Bernard Berkman (Jeff Daniels), un tempo scrittore di successo, ora mal sopporta lo scorrere dei giorni e appare sempre più insofferente. Quando la moglie Joan (Laura Linney) si scopre scrittrice di talento, i due entrano in crisi. Non sarà facile affrontare la situazione nemmeno per i figli adolescenti Walt (Jesse Eisenberg) e Frank (Owen Kline), coinvolti loro malgrado nelle scappatelle extraconiugali di mamma e papà. Profondamente autobiografico, Il calamaro e la balena è il film che meglio descrive l'approccio autoriale di Noah Baumbach. Dopo una serie di lavori dal tono più scanzonato, si trovano qui i temi che ricorreranno anche nelle opere future del regista newyorkese: dall'inevitabile smarrimento adolescenziale con la catartica ricerca di se stessi alla descrizione precisa di una middle-class americana intrisa di mille contraddizioni. La pellicola è soprattutto il ritratto di una condizione umana in perenne balia dei sentimenti, dove insieme converge un discorso sull'arte e la partecipazione necessaria alla sua creazione. A stupire è, inoltre, il tono con cui Baumbach sceglie di ritrarre la vicenda: pur danzando perennemente in bilico tra dramma e commedia con piacevoli punte di grottesco, il film evita di scivolare in un patetismo che sarebbe stato facile assecondare, descrivendo il tutto in maniera volutamente pasticciata e ricca di riferimenti letterari, così da restituire il senso di confusione che aleggia nella testa e nel corpo dei protagonisti. Nella splendida partita a tennis iniziale, c'è già tutto il senso del film. Cast in gran forma, in cui svetta il talento di Jeff Daniels e il lavoro costantemente in sottrazione di Laura Linney. Premiate regia e sceneggiatura al Sundance Film Festival.