White Noise
White Noise
2022
Paesi
Usa, Gran Bretagna
Generi
Commedia, Drammatico
Durata
136 min.
Formato
Colore
Regista
Noah Baumbach
Attori
Adam Driver
Greta Gerwig
Don Cheadle
Raffey Cassidy
Jodie Turner-Smith
Jack Gladney (Adam Driver) si trova ad affrontare problematiche grandi e piccole della vita di tutti i giorni insieme alla sua famiglia. La sua esistenza cambia improvvisamente quando una nube nera si alza da terra verso il cielo: un tragico incidente chimico avvenuto a poca distanza dalla sua abitazione costringerà lui e la sua famiglia a scappare da casa in cerca di riparo.
Tre anni dopo gli ottimi esiti di Storia di un matrimonio, Noah Baumbach torna alle tematiche principali del suo cinema, trattate in tutti i suoi lavori più significativi: dalle crisi coniugali ai rapporti genitori-figli, il tutto puntando fortemente su dialoghi che possano rimanere impressi negli spettatori. La grande differenza rispetto alle sue sceneggiature originali, però, è che per White Noise alla base c’è un romanzo-capolavoro di Don DeLillo, grande profeta della letteratura postmoderna americana, già portato sul grande schermo anche da David Cronenberg in Cosmopolis. La sfida affrontata da Baumbach non è certo delle più semplici, poiché un progetto di questa portata denota ambizione ma porta con sé un’ampio margine di rischio. Si percepisce presto come il regista newyorkese, pur modificando l’ordine di alcuni passaggi narrativi, sia ben attento a mantenersi fedele allo spirito del testo di partenza, alternando dramma e ironia, tragedia e sarcasmo. Seppur ci troviamo di fronte a un riferimento letterario e a una situazione raccontata tipica degli anni Ottanta con numerosi riferimenti sociopolitici all’America reaganiana (dalle paure che quel periodo portava con sé al tema del consumismo dilagante), non mancano collegamenti molto evidenti con il presente. In diversi momenti, il film vola altissimo grazie a un montaggio che, giocando proprio con l’alternanza, unisce immagini in apparenza fortemente diverse (da Elvis a Hitler), capaci di creare un sano bombardamento audiovisivo rivolto a un pubblico che si vede "forzato" a essere costantemente attento, ben oltre la soglia abituale, di fronte a quello che scorre sullo schermo. In altri passaggi, invece, il coinvolgimento cade, soprattutto nella parte conclusiva, a causa di qualche eccesso farsesco di troppo che rischia di togliere profondità anche a momenti tutt’altro che superficiali. Grande prova di Adam Driver nei panni di un personaggio memorabile. Scelto come film di apertura, in concorso, alla Mostra del Cinema di Venezia 2022.
Tre anni dopo gli ottimi esiti di Storia di un matrimonio, Noah Baumbach torna alle tematiche principali del suo cinema, trattate in tutti i suoi lavori più significativi: dalle crisi coniugali ai rapporti genitori-figli, il tutto puntando fortemente su dialoghi che possano rimanere impressi negli spettatori. La grande differenza rispetto alle sue sceneggiature originali, però, è che per White Noise alla base c’è un romanzo-capolavoro di Don DeLillo, grande profeta della letteratura postmoderna americana, già portato sul grande schermo anche da David Cronenberg in Cosmopolis. La sfida affrontata da Baumbach non è certo delle più semplici, poiché un progetto di questa portata denota ambizione ma porta con sé un’ampio margine di rischio. Si percepisce presto come il regista newyorkese, pur modificando l’ordine di alcuni passaggi narrativi, sia ben attento a mantenersi fedele allo spirito del testo di partenza, alternando dramma e ironia, tragedia e sarcasmo. Seppur ci troviamo di fronte a un riferimento letterario e a una situazione raccontata tipica degli anni Ottanta con numerosi riferimenti sociopolitici all’America reaganiana (dalle paure che quel periodo portava con sé al tema del consumismo dilagante), non mancano collegamenti molto evidenti con il presente. In diversi momenti, il film vola altissimo grazie a un montaggio che, giocando proprio con l’alternanza, unisce immagini in apparenza fortemente diverse (da Elvis a Hitler), capaci di creare un sano bombardamento audiovisivo rivolto a un pubblico che si vede "forzato" a essere costantemente attento, ben oltre la soglia abituale, di fronte a quello che scorre sullo schermo. In altri passaggi, invece, il coinvolgimento cade, soprattutto nella parte conclusiva, a causa di qualche eccesso farsesco di troppo che rischia di togliere profondità anche a momenti tutt’altro che superficiali. Grande prova di Adam Driver nei panni di un personaggio memorabile. Scelto come film di apertura, in concorso, alla Mostra del Cinema di Venezia 2022.
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