Callas Forever
2002
Paesi
Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Romania
Generi
Drammatico, Biografico
Durata
108 min.
Formato
Colore
Regista
Franco Zeffirelli
Attori
Fanny Ardant
Jeremy Irons
Joan Plowright
Jay Rodan
Gabriel Garko
Manuel De Blas
Justino Díaz
Jean Dalric
Stephen Billington
Anna Lello
Eugene Kohn
Maria Callas (Fanny Ardant), dopo una fallimentare tournée in Giappone e consapevole del declino della sua splendida voce, viene convinta da un impresario (Jeremy Irons) a girare un film-opera in playback ispirato a Carmen, che non ha mai cantato sulle scene.
Zeffirelli, le voleva bene, e molto. Èd è a causa di questo amore soffocante e fraterno che Callas Forever vacilla a pochi minuti dall'avvio. La colpa non è soltanto dei soliti stoicismi del cinema di Franco Zeffirelli, che qui si ripresentano regolarmente (autocompiacimento, estetismo ridondante, spiccata vocazione al mélo), ma dell'ossessione del regista nei confronti della sua amata amica e musa ispiratrice. Il genio Callas, forse, avrebbe meritato un autore meno timoroso e meno nostalgico; peccato, perché Zeffirelli riesce a incidere nei momenti più opportuni – la sequenza di Un bel dì vedremo è toccante e realmente dolorosa – e la Ardant è una protagonista intensa e in parte. Il problema maggiore si lega soprattutto a una sceneggiatura risibile e reinventata (firmata dal regista e Martin Sherman), a dialoghi goffi e a una vaga atmosfera d'obsolescenza che si respira nel corso del film. Callas forever? Come opera filmica, forse no.
Zeffirelli, le voleva bene, e molto. Èd è a causa di questo amore soffocante e fraterno che Callas Forever vacilla a pochi minuti dall'avvio. La colpa non è soltanto dei soliti stoicismi del cinema di Franco Zeffirelli, che qui si ripresentano regolarmente (autocompiacimento, estetismo ridondante, spiccata vocazione al mélo), ma dell'ossessione del regista nei confronti della sua amata amica e musa ispiratrice. Il genio Callas, forse, avrebbe meritato un autore meno timoroso e meno nostalgico; peccato, perché Zeffirelli riesce a incidere nei momenti più opportuni – la sequenza di Un bel dì vedremo è toccante e realmente dolorosa – e la Ardant è una protagonista intensa e in parte. Il problema maggiore si lega soprattutto a una sceneggiatura risibile e reinventata (firmata dal regista e Martin Sherman), a dialoghi goffi e a una vaga atmosfera d'obsolescenza che si respira nel corso del film. Callas forever? Come opera filmica, forse no.
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