Un tè con Mussolini
Tea with Mussolini
1999
Paesi
Italia, Gran Bretagna
Generi
Drammatico, Commedia, Guerra
Durata
117 min.
Formato
Colore
Regista
Franco Zeffirelli
Attori
Maggie Smith
Cher
Judi Dench
Joan Plowright
Lily Tomlin
Massimo Ghini
Baird Wallace
Charlie Lucas
Paolo Seganti
Claudio Spadaro
Firenze, 1935. Durante gli anni del fascismo, la storia di Lady Hester (Maggie Smith) e delle sue amiche (Judi Dench, Lily Tomlin, Joan Plowright) anglofone e come lei residenti in Toscana, si intreccia a quella di una ricca e seducente americana (Cher), e del piccolo Luca (Baird Wallace-Charlie Lucas). L'ammirazione nei confronti del duce da parte di Lady Hester si trasformerà presto nella consapevolezza dei pericoli del regime.
Per Tullio Kezich il film più «visceralmente antifascista nella storia del cinema italiano», per Franco Zeffirelli un viaggio parzialmente autobiografico nella Firenze degli anni Trenta, in pieno ventennio. Tra liberissime re-invenzioni storiche (la parentesi dedicata all'assalto a San Gimignano è inventata dalla sceneggiatura di John Mortimer), Zeffirelli si concede in maniera estremamente appassionata all'opera, che diventa subito portabandiera del suo stile iper-raffinato e laccatissimo. Al solito, c'è tutto quello che – un po' noiosamente – ci si aspetta dal suo cinema: belle inquadrature, paesaggi mozzafiato, scene e costumi impeccabili, e soprattutto grandi interpreti. Donne, in questo caso: da Maggie Smith a Judi Dench, da Lily Tomlin a Joan Plowright sino ad arrivare a Cher, lady americana in gran spolvero, sono tutte bravissime. Tra tutte svetta Maggie Smith, nonostante Zeffirelli le ami indistintamente, forse troppo. Con un pizzico di sentimento in meno e una partecipazione più rigorosa e meno fraterna, il film avrebbe potuto benissimo configurarsi come un titolo importante all'interno della sua opera. Soffre, però, dello stesso problema di Callas Forever, del 2002: parla troppo del suo autore. Ed è un male. Bafta a Maggie Smith come miglior attrice non protagonista.
Per Tullio Kezich il film più «visceralmente antifascista nella storia del cinema italiano», per Franco Zeffirelli un viaggio parzialmente autobiografico nella Firenze degli anni Trenta, in pieno ventennio. Tra liberissime re-invenzioni storiche (la parentesi dedicata all'assalto a San Gimignano è inventata dalla sceneggiatura di John Mortimer), Zeffirelli si concede in maniera estremamente appassionata all'opera, che diventa subito portabandiera del suo stile iper-raffinato e laccatissimo. Al solito, c'è tutto quello che – un po' noiosamente – ci si aspetta dal suo cinema: belle inquadrature, paesaggi mozzafiato, scene e costumi impeccabili, e soprattutto grandi interpreti. Donne, in questo caso: da Maggie Smith a Judi Dench, da Lily Tomlin a Joan Plowright sino ad arrivare a Cher, lady americana in gran spolvero, sono tutte bravissime. Tra tutte svetta Maggie Smith, nonostante Zeffirelli le ami indistintamente, forse troppo. Con un pizzico di sentimento in meno e una partecipazione più rigorosa e meno fraterna, il film avrebbe potuto benissimo configurarsi come un titolo importante all'interno della sua opera. Soffre, però, dello stesso problema di Callas Forever, del 2002: parla troppo del suo autore. Ed è un male. Bafta a Maggie Smith come miglior attrice non protagonista.
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