Marinaio americano (Victor McLaglen) che ha una fidanzata in ogni porto in cui fa scalo, scopre che il suo collega Salami (Robert Armstrong) lo anticipa, andando a letto con tutte le sue fiamme e firmandole con un tatuaggio inequivocabile. Dopo una veloce colluttazione, i due finiranno per diventare buoni amici. Ma una fascinosa donna francese (Louise Brooks) li dividerà di nuovo. Terz'ultimo film muto di Howard Hawks e secondo scritto dal sodale sceneggiatore Seton I. Miller. Commedia rosa con più d'una incursione nello slapstick, Capitan Barbablù rappresenta la prima, vera opera del regista americano in cui è possibile cogliere nitidamente tematiche a lui care: stiamo parlando della guerra dei sessi, con maschi e femmine ridotti a caricature dei rispettivi cliché (bruti poco più che cavernicoli i primi, frivoli oggetti di conquista le seconde). Interessante, inoltre, la descrizione del classico triangolo amoroso attraverso il focus sui due uomini, che trasforma il film, come confermò Hawks a Peter Bogdanovich in un'intervista, in un sorta di storia d'amore tra due uomini, che si conoscono, si piacciono, si lasciano e poi si riprendono. Discreto successo in America, exploit in Europa: dopo aver visto il film, Georg Wilhelm Pabst volle assolutamente Louise Brooks per il suo Lulù – Il vaso di Pandora (1929).