Mia (Jane Levy), divenuta tossicodipendente dopo la traumatica morte della madre, parte con il fratello David (Shiloh Fernandez) e un gruppo di amici per un weekend in un cottage immerso nei boschi. La scoperta di uno strano libro e la conseguente letture di formule magiche scatenano l'inferno, evocando presenze maligne che prendono possesso dei ragazzi. Fede Alvarez esordisce nel lungometraggio con il remake di La casa (1981) di Sam Raimi, che produce insieme agli abituali compagni di lavoro Robert Tapert e Bruce Campbell (rispettivamente sceneggiatore e protagonista del film originale). Ma i risultati sono a dir poco deludenti: allo spirito grezzo e irrefrenabile di raimiana memoria si sostituisce una pretesa di serietà fastidiosa e immotivata, che si esplicita tramite la metafora della dipendenza come possessione. Piatto e agonizzante, con una tecnica usurata e convenzionale. A suscitare un minimo di curiosità, solo il ricorso a una buona dose di splatter: il regista si compiace a torturare gli attori, mettendo in primo piano sangue, vomito e umori di vario tipo. Evidente, in ogni caso, la sterile omologazione con i mediocri prodotti horror contemporanei: molta presunzione e nessuna originalità. Scritto da Alvarez con Rodo Sayagues e Diablo Cody (non accreditata).