Cenerentola
Cinderella
1950
Disney+
Paese
Usa
Generi
Animazione, Musical, Sentimentale
Durata
74 min.
Formato
Colore
Registi
Clyde Geronimi
Wilfred Jackson
Hamilton Luske
Dopo la morte di entrambi i genitori, la dolce e generosa Cenerentola cresce all'ombra della terribile Lady Tremaine, la seconda moglie del padre, e delle sue orribili figlie, Anastasia e Genoveffa. Costretta a occuparsi dei lavori domestici più umilianti e trattata alla stregua di una serva, la fanciulla si sfoga con i suoi amici: il fedele cane Tobia e alcuni topolini parlanti che abitano con lei nelle cucine e nei solai della grande casa paterna. La sua esistenza scorre miseramente, fino all'arrivo di un invito a un ballo reale, cui riesce a partecipare grazie all'aiuto della Fata Madrina. Cenerentola conquista il cuore del principe del regno, ma quando a mezzanotte l'incanto svanisce ed è costretta a fuggire, smarrisce nel tragitto una scarpetta di cristallo.
Ispirata all'omonima fiaba di Charles Perrault, la Cenerentola immaginata da Walt Disney è decisamente più moderna rispetto alla Biancaneve dell'omonimo film (1937) e all'Aurora de La bella addormentata nel bosco (che, peraltro, sarebbe stato realizzato quasi dieci anni dopo, nel 1959): pragmatica e spesso facilmente irritabile, nonostante la dolcezza di fondo, è una giovane donna malinconica eppure grintosa, caparbia e intelligente, cosciente delle possibilità di un futuro migliore che riesce ad agguantare con estrema abilità. Il film si apre dichiaratamente con un inno di speranza ormai emblematico per un avvenire migliore (I sogni son desideri): poco importa se canta con gli usignoli, o se ad aiutarla sono un branco di topolini in cerca di becchime o una fata sovrappeso, Cenerentola riesce a realizzare i propri sogni, senza piangersi addosso. Ed è fondamentale, in un'ottica in cui è la protagonista il reale motivo d'interesse e il focus strutturale (e strutturato) dell'opera stessa, considerare che in fondo il principe non appare in più di tre sequenze, durante le quali resta spesso in silenzio. Potentissimo dal punto di vista narrativo, ma anche dotato di una confezione visiva di pregevole fattura. Inoltre, molti inserti umoristici con protagonisti degli animali risultano ancora oggi irresistibili. E il sogno realtà diverrà.
Ispirata all'omonima fiaba di Charles Perrault, la Cenerentola immaginata da Walt Disney è decisamente più moderna rispetto alla Biancaneve dell'omonimo film (1937) e all'Aurora de La bella addormentata nel bosco (che, peraltro, sarebbe stato realizzato quasi dieci anni dopo, nel 1959): pragmatica e spesso facilmente irritabile, nonostante la dolcezza di fondo, è una giovane donna malinconica eppure grintosa, caparbia e intelligente, cosciente delle possibilità di un futuro migliore che riesce ad agguantare con estrema abilità. Il film si apre dichiaratamente con un inno di speranza ormai emblematico per un avvenire migliore (I sogni son desideri): poco importa se canta con gli usignoli, o se ad aiutarla sono un branco di topolini in cerca di becchime o una fata sovrappeso, Cenerentola riesce a realizzare i propri sogni, senza piangersi addosso. Ed è fondamentale, in un'ottica in cui è la protagonista il reale motivo d'interesse e il focus strutturale (e strutturato) dell'opera stessa, considerare che in fondo il principe non appare in più di tre sequenze, durante le quali resta spesso in silenzio. Potentissimo dal punto di vista narrativo, ma anche dotato di una confezione visiva di pregevole fattura. Inoltre, molti inserti umoristici con protagonisti degli animali risultano ancora oggi irresistibili. E il sogno realtà diverrà.
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