Come le foglie al vento
Written on the Wind
1956
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
99 min.
Formato
Colore
Regista
Douglas Sirk
Attori
Rock Hudson
Lauren Bacall
Robert Stack
Dorothy Malone
Robert Keith
Amici d'infanzia, il modesto Mitch (Rock Hudson) e l'alcolizzato Kyle (Robert Stack) lavorano entrambi per conto del padre di quest'ultimo, il magnate del petrolio Hadley (Robert Keith). Il loro affettuoso rapporto si frantuma a causa di Lucy (Lauren Bacall) la quale, amata da entrambi, sposa Kyle finendo per subire le conseguenze di un matrimonio fallimentare. I delicati equilibri esplodono quando la coppia si convince di non poter avere figli e Mitch è costretto a subire le provocanti avances della giovane e viziata Marylee (Dorothy Malone), sorella di Kyle.
Scritto da George Zuckerman sulla base dell'omonimo romanzo di Robert Wilder, un fiammeggiante racconto sulla sconfitta e il fallimento dell'America nel disperato tentativo di preservare la purezza dell'istituzione famigliare attraverso il sangue del proprio sangue, in cui la perdita dell'innocenza si intreccia alla virilità ferita, al senso di colpa e al peso di una ricchezza che comporta schiaccianti responsabilità. Melodramma definitivo, è uno dei vertici del cinema passionale degli anni '50 nonché un compendio della poetica di Sirk. Un soffocante ritratto di pulsioni represse, angoscia, gelosie, morbosa ossessione, tensioni (omo)sessuali e tragica opulenza destinata a specchiarsi nell'ombra lunga della morte. La dissoluzione morale genera violenza e un irreversibile processo di autodistruzione ma, in fondo, è impossibile non provare compassione per chi si trova compresso in simili dissidi interiori. Cinema puro, in cui la finzione diventa manipolazione artificiosa così spinta da portare il mélo allo stato dell'arte. Basterebbe l'intuizione di contrapporre l'oppressiva presenza dei possedimenti Hadley al desiderio di rifugiarsi nel passato (la cameretta, il picnic sul fiume, ma anche il bar malfamato) per fare di Come le foglie al vento un grande film. La regia avvolge i protagonisti assetati d'affetto e ne esalta la ribollente carica emotiva, ma mantiene un raffinato distacco dalla vicenda che sublima una messa in scena di strenua eleganza formale. Splendido nella costruzione narrativa circolare (con l'incipit che inquadra già ogni singolo carattere), nella direzione degli attori e nella ricostruzione degli interni. Fondamentale il contributo del Technicolor di Russell Metty. Oscar alla migliore attrice non protagonista (una memorabile Dorothy Malone).
Scritto da George Zuckerman sulla base dell'omonimo romanzo di Robert Wilder, un fiammeggiante racconto sulla sconfitta e il fallimento dell'America nel disperato tentativo di preservare la purezza dell'istituzione famigliare attraverso il sangue del proprio sangue, in cui la perdita dell'innocenza si intreccia alla virilità ferita, al senso di colpa e al peso di una ricchezza che comporta schiaccianti responsabilità. Melodramma definitivo, è uno dei vertici del cinema passionale degli anni '50 nonché un compendio della poetica di Sirk. Un soffocante ritratto di pulsioni represse, angoscia, gelosie, morbosa ossessione, tensioni (omo)sessuali e tragica opulenza destinata a specchiarsi nell'ombra lunga della morte. La dissoluzione morale genera violenza e un irreversibile processo di autodistruzione ma, in fondo, è impossibile non provare compassione per chi si trova compresso in simili dissidi interiori. Cinema puro, in cui la finzione diventa manipolazione artificiosa così spinta da portare il mélo allo stato dell'arte. Basterebbe l'intuizione di contrapporre l'oppressiva presenza dei possedimenti Hadley al desiderio di rifugiarsi nel passato (la cameretta, il picnic sul fiume, ma anche il bar malfamato) per fare di Come le foglie al vento un grande film. La regia avvolge i protagonisti assetati d'affetto e ne esalta la ribollente carica emotiva, ma mantiene un raffinato distacco dalla vicenda che sublima una messa in scena di strenua eleganza formale. Splendido nella costruzione narrativa circolare (con l'incipit che inquadra già ogni singolo carattere), nella direzione degli attori e nella ricostruzione degli interni. Fondamentale il contributo del Technicolor di Russell Metty. Oscar alla migliore attrice non protagonista (una memorabile Dorothy Malone).
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