Trasferitasi da poco tempo nell'antico complesso di appartamenti “kuroyuri”, la giovane studentessa Asuka (Atsuko Maeda) vive con i genitori e il piccolo fratellino. Un giorno, nell'appartamento accanto al suo, Asuka rinviene il corpo senza vita dell'anziano vicino, morto dopo essere stato abbandonato da tutti. Pur non avendo alcuna responsabilità, Asuka non riesce a liberarsi da un forte senso di colpa e comincia in breve a convincersi che il vecchio uomo sia ora in cerca di vendetta. Giunto all'ennesima pellicola a base di fantasmi e apparizioni, il giapponese Hideo Nakata accantona temporaneamente il desiderio di terrorizzare lo spettatore per concentrarsi interamente sui risvolti emotivi e psicologici di una tragica vicenda. La scelta non è delle più felici dal momento che i suoi titoli migliori dovevano buona parte della loro riuscita all'efficace compresenza di entrambi gli elementi. Ricondotto troppo presto alle derive paranoiche di una mente tormentata, il ricorso al sovrannaturale perde rapidamente efficacia e a poco aiutano i banali scavi introspettivi con cui Nakata cerca di riempire il vuoto creatosi. La presenza della ex-idol Atsuko Maeda nel ruolo della protagonista ha comunque garantito, almeno in patria, un buon riscontro di pubblico.