I coniugi Will (Jude Law) e Liv (Robin Wright), genitori di una bambina affetta da autismo, vedono la loro già precaria situazione familiare sconvolta dall'incontro dell'uomo con il giovane rapinatore bosniaco Miro (Rafi Gavron). Will, architetto in crisi, inizia a frequentare la madre del ragazzo, Amira (Juliette Binoche), tanto da diventare vittima di pericolosi ricatti. Il peggior film del sopravvalutato Anthony Minghella, regista britannico prematuramente scomparso nel 2008, che in ventotto anni di carriera cinematografica non è mai riuscito a distaccarsi dalla mediocrità. Un disordinato quando non imbarazzante intreccio di sentimenti ed emozioni vacue, che si manifestano quando due famiglie di estrazione etnica e sociale completamente differente si scontrano, producendo non pochi problemi e complicazioni. Condotto con mano greve, noioso e privo di pathos, incapace di coinvolgere in alcun modo lo spettatore. Finale ancora più infimo di quanto sia avvenuto in precedenza (se possibile), in cui il delicato filo logico tessuto con estrema difficoltà si perde totalmente, in favore di un'ostinata ricerca di un lieto fine senza senso.