Lolita (Marilou Berry) è una giovane cantante lirica infelice del suo corpo, figlia di Étienne (Jean-Pierre Bacri), uno scrittore di successo in crisi d'ispirazione. Le loro vite si intrecciano con quelle di Pierre (Laurena Grévill) e Sylvia (Agnès Jaoui), insegnante di canto di Lolita. A quattro anni di distanza da Il gusto degli altri, per cui ha ricevuto la nomination all'Oscar per il miglior film straniero, Agnès Jaoui ripropone un altro ritratto dolente ma non disperato, ricco di personaggi ben approfonditi e ancor meglio caratterizzati. Lo script, firmato dalla regista e da suo marito Jean-Pierre Bacri, è un sapiente mix di dialoghi pungenti e toni drammatici, in cui si indagano le debolezze dei personaggi e la loro umanità più profonda, mettendo a nudo i loro timori. Ecco allora la talentuosa ragazza insicura per via del suo aspetto fisico, il padre pieno di sé incapace di accettarla, l'insegnante che ormai non sopporta più i suoi allievi e lo scrittore che si ritiene un incapace: tutte figure segnate dalle proprie debolezze ma in grado di giudicare il prossimo. Opera di parola più che di immagine, dalla regia modesta più che invisibile, ma ugualmente capace di fare discretamente bene il suo dovere. Miglior sceneggiatura al Festival di Cannes.