Estella (Emma Stone), cresciuta insieme a due ladruncoli dopo essere rimasta orfana, ha la grande occasione per dare una svolta alla sua vita: la Baronessa (Emma Thompson), la stilista più celebre di Londra, la sceglie per lavorare con lei. Estella dimostra un talento fuori dal comune, ma dentro di lei c’è un’altra personalità che potrebbe prendere il sopravvento in qualsiasi momento.

Un po’ prequel de La carica dei 101, un po’ origin-story dedicato al personaggio di Crudelia De Vil (in italiano la ricordiamo nel classico d’animazione Disney come Crudelia De Mon), il film è una sorta di unione tra il Joker con Joaquin Phoenix e Il diavolo veste Prada: del primo riprende la follia che alberga dentro l’animo della protagonista e che esploderà a causa di una serie di conseguenze dovute alla sua esperienza esistenziale; del secondo il rapporto tra i personaggi di Stone e Thompson che ricorda da vicino quello tra Anne Hathaway e Meryl Streep, anche per i collegamenti con il mondo della moda. Decisamente brillante nelle fasi iniziali, nella gestione del ritmo e nelle scelte della trascinante colonna sonora, Crudelia è un film “cool”, anche grazie alle performance della protagonista e dei suoi adepti tra le strade di Londra, che creano veri e propri shock nei passanti (lo stile del personaggio principale può essere un incrocio tra Vivienne Westwood e Alexander McQueen). Peccato che il film giochi molte delle sue carte su un colpo di scena decisamente forzato, che fa prendere alla narrazione traiettorie poco spontanee, togliendole parte della forza iniziale: anche per questa ragione si sentono un po’ troppo i 134 minuti di durata, non solo per la prolissità ma per una certa ridondanza complessiva. Il risultato è comunque un prodotto godibile, che avrebbe potuto raggiungere un livello superiore se il copione, che finisce per sfilacciarsi qua e là, fosse stato gestito con più attenzione. Buone le prove di Emma Stone e di Emma Thompson.