Palazzinaro ricco e senza scrupoli, Stewart McBrain (Dabney Coleman) spedisce i suoi tre figli artistoidi a vivere in un edificio sull'orlo del collasso, per insegnare loro il valore dei soldi. La situazione si ribalterà quando la sua azienda andrà in bancarotta. John Boorman si fa trascinare dalla figlia Tresche (con cui ha scritto la sceneggiatura) nella realizzazione di una commedia familiare con morale politically correct. Per un autore abituato a provocare e a lavorare in forte autonomia, mai scelta fu più sbagliata: Boorman castra il proprio stile esuberante e virtuoso per adattarsi a un prodotto medio per famiglie americane, con predica contro il denaro e apologia della famiglia. Peccato, in passato il regista aveva dimostrato di sapersi adattare alle regole di Hollywood piegando alla propria poetica diversi generi classici, come dimostrano i casi di Duello nel pacifico (1968) e Anni ‘40 (1987): con la commedia, più per svogliatezza del regista che per reali incompatibilità di registro, l'operazione non riesce.