Un giovane scienziato (Richard Carlson) fa un incredibile scoperta: capisce che nella sua città sono atterrati degli alieni e hanno preso l'aspetto dei suoi concittadini. Così, gli extraterrestri verranno immediatamente attaccati, nonostante le loro intenzioni fossero tutt'altro che bellicose: sono arrivati sulla Terra soltanto per riparare la loro astronave. Sceneggiato da Ray Bradbury, prendendo spunto da un suo romanzo, è il primo film significativo diretto da Jack Arnold, regista che diventerà presto un maestro della fantascienza a basso costo. Più della resa, piuttosto acerba e un filo grossolana, colpisce la narrazione, audace e a dir poco coraggiosa. Gli alieni vengono in pace, ma l'odio per il diverso è talmente forte che la popolazione non potrà accettare il loro passaggio sulla Terra. Non si tratta soltanto di xenofobia: il film è una potente metafora del maccartismo, capace di anticipare persino il capolavoro L'invasione degli ultracorpi (1956) di Don Siegel. Pura fantascienza politica in grado di far riflettere, solo lievemente minata da una messinscena non all'altezza degli importanti messaggi che mette in campo.