Disobedience
Disobedience
2017
Paesi
Gran Bretagna, Irlanda, Usa
Genere
Drammatico
Durata
114 min.
Formato
Colore
Regista
Sebastián Lelio
Attori
Rachel Weisz
Rachel McAdams
Alessandro Nivola
Anton Lesser
Nicholas Woodeson
In seguito alla morte del padre, Ronit (Rachel Weisz) torna dopo anni nella comunità ebraica ortodossa londinese in cui è cresciuta. Estranea a un mondo che ormai sente lontano, la giovane deve fare in conti con passioni mai sopite quando rivede Esti (Rachel McAdams), ora sposata al rabbino Dovid (Alessandro Nivola), loro amico comune di infanzia.
Nello stesso anno del raffinatissimo Una donna fantastica, Oscar come miglior film straniero e Orso d'argento per la migliore sceneggiatura a Berlino, Sebastián Lelio realizza il suo primo film in lingua inglese, trasponendo sul grande schermo il romanzo omonimo del 2007 di Naomi Alderman. Coerente alla sua idea di cinema attento alle sfumature dell'animo femminile, il regista cileno si è confrontato con un dramma la cui passionalità sotterranea si pone in antitesi all'austero clima dei luoghi in cui il film è ambientato. Un contrasto vincente che trova i suoi momenti migliori nella prima parte della pellicola, quando le suggestioni, mai rese in maniera manifesta, alimentano con sottile perizia un clima di tensione funzionale all'ambiguità della storia. Quando le dinamiche si fanno più esplicite, la sceneggiatura mostra più di un passaggio forzato (il rapporto esplicito tra le due protagoniste, ad esempio) e vanifica senza appello la complicità che si era creata in precedenza tra Ronit, Esti e Dovid, vertici di un triangolo emotivo basato su legami profondi. Buona la messa in scena, che dimostra il notevole gusto per il dettaglio di Lelio, meno convincente, invece, la resa degli interpreti: se Rachel Weisz appare sempre credibile, Rachel McAdams fatica a rendere con naturalezza le fragilità del suo personaggio. Passato e presente, America e Vecchio Continente, speranza e rassegnazione, amore e dolore: un film fatto di delicate contrapposizioni, a cui manca un pizzico di personalità. In ogni caso, la riflessione sul superamento di ogni forma di ottuso preconcetto colpisce nel segno, soprattutto perché inserita in un contesto sentimentale di invidiabile rigore e sostenuta da un finale tutt'altro che scontato. Presentato al Toronto International Film Festival.
Nello stesso anno del raffinatissimo Una donna fantastica, Oscar come miglior film straniero e Orso d'argento per la migliore sceneggiatura a Berlino, Sebastián Lelio realizza il suo primo film in lingua inglese, trasponendo sul grande schermo il romanzo omonimo del 2007 di Naomi Alderman. Coerente alla sua idea di cinema attento alle sfumature dell'animo femminile, il regista cileno si è confrontato con un dramma la cui passionalità sotterranea si pone in antitesi all'austero clima dei luoghi in cui il film è ambientato. Un contrasto vincente che trova i suoi momenti migliori nella prima parte della pellicola, quando le suggestioni, mai rese in maniera manifesta, alimentano con sottile perizia un clima di tensione funzionale all'ambiguità della storia. Quando le dinamiche si fanno più esplicite, la sceneggiatura mostra più di un passaggio forzato (il rapporto esplicito tra le due protagoniste, ad esempio) e vanifica senza appello la complicità che si era creata in precedenza tra Ronit, Esti e Dovid, vertici di un triangolo emotivo basato su legami profondi. Buona la messa in scena, che dimostra il notevole gusto per il dettaglio di Lelio, meno convincente, invece, la resa degli interpreti: se Rachel Weisz appare sempre credibile, Rachel McAdams fatica a rendere con naturalezza le fragilità del suo personaggio. Passato e presente, America e Vecchio Continente, speranza e rassegnazione, amore e dolore: un film fatto di delicate contrapposizioni, a cui manca un pizzico di personalità. In ogni caso, la riflessione sul superamento di ogni forma di ottuso preconcetto colpisce nel segno, soprattutto perché inserita in un contesto sentimentale di invidiabile rigore e sostenuta da un finale tutt'altro che scontato. Presentato al Toronto International Film Festival.
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