Documentario, a cura di Lotta Continua e Per Paolo Pasolini, sulla situazione politica e sociale in Italia a un anno dall'attentato di Piazza Fontana, tra trame eversive, bagliori di spontanea lotta di classe e sotto-proletariato napoletano.
Dopo una iniziale malsopportazione reciproca, Pasolini e Lotta Continua finirono, nei primi anni '70, per convergere su molto temi e battaglie pubbliche (su tutte, la condanna di Luigi Calabresi): risultato del progressivo avvicinamento fu questo documentario, a metà tra l'inchiesta sulle stragi, la propaganda politica e l'indagine sociale sull'Italia del tempo. Il film, purtroppo, vede prevalere dopo pochi minuti il “format” del documentario militante-propagandistico sull'imminente rivoluzione maoista in Italia, dove gli intervistati recitano comizi e dove allo spettatore viene chiesto di imparare e non di riflettere. Il tocco (ma soprattutto lo sguardo) di Pasolini (regista non accreditato) si può intravedere nell'importanza data ai visi e alle parlate incomprensibili dei giovani sotto-proletari napoletani. Nel 1972 riuscì, sulla scia del successo de I racconti di Canterbury, a essere proiettato al Festival di Berlino. Sceneggiatura di Giovanni Bonfanti e Goffredo Fofi.