La bella Nives (Sophia Loren), continuamente corteggiata dal contrabbandiere Gino (Rik Battaglia), gli cede durante una festa. L'uomo non è interessato a relazioni stabili e maltratta la donna che, una volta rimasta incinta, lo denuncia alla polizia facendolo arrestare. Due anni dopo il delinquente evade dal carcere per mettersi sulle tracce della giovane al solo scopo di vendicarsi. Ma, quando scopre che il piccolo pargolo è morto annegato, tutto cambierà. La donna del fiume è un progetto complesso che vide il supporto di molti autori in fase di progettazione (diversi furono gli sceneggiatori, ad esempio, tra cui Pier Paolo Pasolini). Inizialmente affidato a Carlo Ponti, il lavoro venne poi diretto da Mario Soldati che probabilmente faticò non poco a inserirsi nelle pieghe di un'operazione già avviata e stratificata a livello produttivo, restituendo così un lavoro complessivamente poco riuscito, che paga non poco le problematiche vissute e gli evidenti sbandamenti e squilibri. Notevole la forza magnetica della Loren (che da qui in poi seguirà la strada del successo, approdando persino in America) e l'approccio tematico diviso nettamente tra la prima e seconda parte (l'una legata all'amore carnale, l'altra al prevalere dei sentimenti), ma l'insieme s'inceppa in più di un'occasione a causa di una narrazione imbastita in maniera non sempre solida e lineare. Più che assemblare un unico racconto, il film sembra procedere per episodi e per sequenze scisse, che pure sono isolatamente efficaci, nonostante il rischio della dispersione sia sempre dietro l'angolo.