Zano (Romain Duris) e Naima (Lubna Azabal), giovani parigini di origini algerine, intraprendono un viaggio attraverso Francia e Spagna sino al Marocco, per poi imbarcarsi clandestinamente e recarsi in patria, alla riscoperta delle proprie radici. Tony Gatlif, regista di origini algerine, sceglie una coppia di europei con scarsa memoria del proprio retaggio culturale per ripercorrere un viaggio fisico ed esistenziale a ritroso sino a giungere ai luoghi della memoria, nei quali la loro stessa esistenza ha avuto origine. La musica, filo conduttore del racconto, assume il ruolo di elemento liberatore degli istinti, oltre che di oggetto di riscoperta legata alle tradizioni dei propri avi; così, il tango andaluso stimola il lato selvaggio della sessualità di Naima, che arriva a tradire il compagno, e allo stesso modo un rituale ballo algerino lascia la ragazza in uno stato di semi-trance primordiale. Film dal linguaggio e dai significati simbolici, che sfiorano l'importante tema della derivazione e della mescolanza etnica in un periodo ricco di problematiche a esse legate, ma privo di un apporto emozionale necessario a veicolare i pur importanti contenuti. Eccessivamente personale e vincolato ad esperienze interiori dell'autore per assumere l'ambizioso ruolo di messaggio aperto e universale. Premiato al Festival di Cannes per la migliore regia.