Dominic Toretto (Vin Diesel) e la sua banda dovranno affrontare un nuovo, temibile, nemico: Deckard Shaw (Jason Statham), deciso a vendicare la morte di suo fratello Owen (Jason Statham).
Un lungo addio a Paul Walker: si potrebbe definire così Fast & Furious 7, il miglior capitolo della saga automobilistica iniziata da Rob Cohen nel 2001. L'attore, scomparso durante le riprese proprio a seguito di un incidente, rimane uno dei protagonisti del film, grazie anche (e, forse, soprattutto) a uno straordinario utilizzo del digitale. È un lungometraggio, totalmente ripensato dopo la morte dell'interprete americano, che punta proprio sul rappresentare i legami umani, il senso di appartenenza a un gruppo o a una “famiglia”, come ama definire Toretto la sua banda. Non si tratta però soltanto di una pellicola dal sapore nostalgico, ma anche di un notevole spettacolo cinematografico, giocato su ottimo ritmo, impressionanti effetti speciali e su una regia pienamente all'altezza. Dietro la macchina da presa, per la prima volta alle prese con un lungometraggio d'azione, c'è James Wan, regista conosciuto soprattutto per i suoi horror, da Saw – L'enigmista (2004) a L'evocazione – The Conjuring (2013). Certo, gli eccessi sono davvero tanti (un'automobile lanciata a folle velocità che esce da un grattacielo ed entra in un altro) e la sceneggiatura non si può certo definire molto solida, a causa di svolte prevedibili e passaggi a vuoto: eppure, il tutto funziona e, se si riesce a evitare di storcere il naso di fronte al nonsense di alcune sequenze, il divertimento è assicurato. La durata è lunga (137 minuti), ma di cali non c'è nemmeno l'ombra. Piccola ma importante partecipazione di Kurt Russell, star dell'action anni Ottanta, e cameo del popolare attore e regista thailandese Tony Jaa, star del cinema di arti marziali, celebre per le sue complesse acrobazie.